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Sospensione tratte a rischio Trenitalia in Piemonte, coeso il fronte del no | Da più parti arrivano commenti negativi a quella che potrebbe essere la soluzione sbagliata ad un problema di sicurezza

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Il 15 giugno Trenitalia e le sigle sindacali (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Ferrovie) hanno siglato un accordo sulla sicurezza, accordo scaturito dopo il grave episodio di aggressione al capotreno in Lombardia. La Regione Piemonte, che si è espressa in questi giorni più volte sulla questione, considera gravissima la ventilata sospensione di servizi pubblici fondamentali su alcune tratte considerate a rischio già qualche giorno fa.

 

Per il Piemonte si tratta di linee particolarmente frequentate come la Torino-Savona-Ventimiglia e la Torino-Cuneo. Altre cancellazioni sono previste sulla base di ulteriori valutazioni. Le tratte a rischio sarebbero tre in Piemonte e Liguria, due nel Lazio, in Campania, Toscana e Veneto e una in Emilia Romagna.

 

L’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Francesco Balocco, che nell’incontro di venerdì con le organizzazioni sindacali aveva espresso la solidarietà anche a nome del Presidente Chiamparino al ferroviere colpito, ha fatto notare che il messaggio che ne derivava rappresentava una vera e propria resa preventiva dello Stato alla violenza e all’illegalità, peraltro non giustificata da una situazione di rischio immediato.

 

Sul Tema – ha affermato Baloccoabbiamo promosso più incontri con le prefetture interessate ed in particolare quella di Cuneo e di Torino ed adesso ci aspettiamo che si dia corso alle iniziative necessarie a scongiurare inaccettabili soppressioni che avrebbero come unico risultato una grave penalizzazione per l’utenza e per i pendolari in particolare”.

 

Anche la Senatrice Patrizia Manassero, insieme agli onorevoli Chiara Gribaudo e Mino Taricco, avevano espresso molto stupore per la vicenda, ribadendo: “Siamo stupiti e preoccupati che Trenitalia, in accordo con i sindacati, minacci di chiudere tre treni, due in partenza da Torino e uno da Cuneo, per problemi di ordine pubblico.
È nostra convinzione che la sicurezza vada garantita a lavoratori di Trenitalia e agli utenti ma non può essere in alcun modo accettata la chiusura di collegamenti come risposta a fenomeni di grave violenza come quello accaduto a Milano.

 

La soppressione di corse in momenti fondamentali della giornata colpisce lavoratori, studenti e turisti che sono i naturali utenti dei treni e, in questo modo, devono sommare i già frequenti disagi a soppressioni che sarebbero decise per garantire la loro incolumità ma, nei fatti, comportano ulteriori fatiche e ritardi per il loro diritto alla mobilità.

 

Per questi motivi non possiamo che aggiungere la nostra voce a quella dell’assessore regionale ai trasporti Francesco Balocco che ha giudicato grave la ventilata sospensione di servizi pubblici fondamentali in tratte considerate a rischio”.
Manifestando poi in Camera e Senato le perplessità in una interrogazione urgente al Ministro dei Trasporti Delrio per chiedere quali iniziative il Ministero intenda mettere in campo sia a salvaguardia della sicurezza, sia a tutela di un diritto fondamentale com’è quello alla mobilità dei cittadini.

 

Federico Valetti, Consigliere regionale M5S Piemonte, Vicepresidente Commissione Trasporti, è stato molto duro nei confronti della Regione e si è espresso in questi termini: “Sicurezza sui treni, Chiamparino deve pensare a governare il Trasporto Pubblico Locale mentre finora l’ha fatto Trenitalia.
Chiamparino, come la bella addormentata, si è svegliato solo dopo la minaccia di Trenitalia di tagliare le linee, ma fino ad ora la Regione ha sostanzialmente appaltato a Trenitalia la gestione di tutto il trasporto regionale senza pretendere nulla né in termini di puntualità e nemmeno di sicurezza.

 

La minaccia di Trenitalia e sindacati è indicativa della totale mancanza di governo del TPL, sia a livello regionale che nazionale, dove il gestore si è di fatto sostituito al ruolo delle istituzioni.
Il MoVimento 5 Stelle vigilerà perché l’operato dell’assessore Balocco si traduca realmente in un’inversione di tendenza e siano i cittadini a decidere come amministrare un servizio e non una Società per Azioni. Anche grazie al nostro intervento Trenitalia ha fatto un passo indietro e nessuna linea verrà sospesa tra quelle annunciate”.

 

Il termine ultimo per decidere sembra essere il 26 giugno, giorno in cui,hanno già comunicato dal Gruppo Ferrovie dello Stato insieme ai sindacati,  se la Polfer non salirà sui treni per assicurare la sicurezza ai lavoratori le corse non partiranno. Così potrebbero essere soppressi il Torino Porta Nuova- Cuneo delle 17.25 e il ritorno alle 19.24, il Bologna centrale-Venezia delle 21.20, il Firenze – Viareggio delle 7.08 e il Nettuno – Roma Termini delle 6.58. Tutti treni considerati pericolosi.

 

Marco Scibona  – Senatore M5S, Segretario 8a Commissione Lavori pubblici, comunicazioni, dice a tal proposito: “Nell’esprimere vicinanza a tutto quei professionisti che lavorano nel settore ferroviario, sottolineiamo la nostra contrarietà alla ventilata soppressione di treni se a bordo non sarà presente la Polfer.

 

Riteniamo che la sicurezza dei convogli, dei viaggiatori e del personale lavorante debba essere garantita dall’azienda concessionaria del servizio.  E’ necessario infatti che personale formato, al pari degli agenti di vigilanza privata, garantista il normale svolgimento del servizio sui treni ed anche nelle stazioni.

 

I concessionari devono essere parte attiva nel garantire tranquillità ai fruitori del servizio e nella tutela dei propri lavoratori, essendo i primi responsabili che con i continui tagli al personale hanno abbandonato i propri lavoratori, ormai oberati di mansioni nella più totale solitudine! Non si può riversare sullo Stato un servizio che dovrebbe rientrare nei contratti di concessioni.

 

Le Ferrovie dello Stato investano di più in sicurezza e meno nell’alta velocità! I cittadini ed i lavoratori devono venire prima di tutto!

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