Il Palio dei Borghi vinto da Borgo Romanisio | A Fossano grande festa per il borgo che riunisce le piccole frazioni

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Un Palio emozionante, al di là di ogni polemica, quello dei Borghi, che ieri sera a Fossano ha riunito tutta la città, decretando la vittoria per borgo Romanisio, al termine della Giostra de l’Oca.

 

Una gara con una formula lievemente diversa per gli arcieri, quest’anno, che si sono affrontati in due momenti, con una prima fase eliminatoria, per dare anche giusto risalto a questa disciplina, e che ha visto primeggiare anche nell’arco borgo Romanisio, coi suoi tre arcieri che non hanno mollato un colpo, già nel primo turno centrando 12 oche, e conquistando il passaggio al secondo turno con Borgo Nuovo, Borgo Vecchio e Il Salice. Poi momenti di grande suspance nella prima semifinale con un ex aequo, tra Salice e Borgo Nuovo, che consegna a quest’ultimo, nella gara di tiri ad oltranza (un po’ come nei rigori), la vittoria, e vede poi in finale – dopo che Romanisio aveva battuto Sant’Antonio per 5 centri a 4 – la vittoria di Romanisio.

 

Avvincente la gara con i cavalli, che ha visto al settimo posto Borgo Nuovo, per saggia decisione di ritiro da parte del fantino, che non ha voluto rischiare l’incolumità di un cavallo troppo nervoso, al sesto posto Borgo Piazza, il cui fantino, pur gareggiando bene, ha mancato la testa dell’oca in polistirolo, con la spada, come da regolamento, quinto Borgo Vecchio, e poi la finale con Salice determinato a bissare la vittoria dell’anno scorso, ma che non taglia al momento giusto il collo del bersaglio, e la vittoria di Romanisio su Sant’Antonio, San Bernardo terzo.

 

Ma è stato soprattutto il Palio delle risposte, a chi ogni anno rema contro questa manifestazione, a chi si lamenta che a Fossano non succeda mai nulla, il sindaco per l’ennesima volta ha ribadito: “Il Palio non si tocca; è una festa dei fossanesi e va rispettata”. Bello il moemnto della coreografia che ogni borgo ha riservato all’uscita dei figuranti che lo rappresentavano nel corteo storico in Piazza Castello e quello voluto da tutti i borghi, congiuntamente, che hanno salutato con tre lunghi striscioni l’ingresso di Monarca e monarchessa. Significativo anche il collegamento con l’Argentina, con il sindaco di Raffaela, gemellata con Fossano e le immancabili esibizioni degli sbandieratori Principi d’Acaja, freschi di vittoria regionale.

 

Un momento sentito e molto festoso, anche se per alcuni non autenticamente rievocativo, visto che per l’occasione della visita, nel 1585, di Carlo Emanuele I e della sua sposa, l’Infanta di Spagna Caterina d’Asburgo, in occasione del loro viaggio nuziale che da Barcellona li condusse a Torino, non furono organizzati giochi a quanto pare. Ma indubbiamente serve, nel presente, a saldare legami e senso di appartenenza a se stessi, alla propria terra e alle tradizioni, e per questo non può che far bene.

SV