Sant’Anna Azienda leader dell’acqua denuncia un grave disservizio | Per mancanza di energia sta accusando gravi perdite di produzione

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Oltre 50 milioni di bottiglie non consegnate, per oltre 75 milioni di acqua minerale invenduta. Con una conseguente perdita economica che si può quantificare in circa 3 milioni di Euro al mese.

 

La perdita cresce proporzionalmente all’aumento delle temperature, in questi giorni di grande caldo, e solo nei primissimi giorni di luglio le perdite ammontano già a mezzo milione. Ma purtroppo i dati sono parziali, perché le continue interruzioni nella fornitura di energia elettrica allo stabilimento Sant’Anna di Vinadio (Cuneo) stanno causando anche una perdita di dati che non consente all’Azienda di ricostruire uno storico preciso degli ordini.

E’ questa la situazione drammatica, e paradossale al contempo, che denuncia l’imprenditore Alberto Bertone, titolare dell’Acqua Sant’Anna, il marchio leader nazionale del settore, un caso imprenditoriale che in circa vent’anni dalla nascita si è posizionata ai vertici dell’industria italiana e internazionale del beverage.

 

La causa di questa situazione è un disservizio costante e crescente da parte dell’Enel nella fornitura allo stabilimento dell’energia necessaria per far funzionare le linee produttive, che oggi sono 12, tra quelle dedicate all’imbottigliamento dell’acqua minerale e quelle dedicate al confezionamento dei bicchierini di the freddo SanThé e nettari di frutta SanFruit, i due segmenti di mercato in cui più recentemente l’azienda ha diversificato per crescere ulteriormente.

 

“Le microinterruzioni ci sono sempre state – spiegano i responsabili delle linee di produzione dello stabilimento di Vinadio, uno dei più grandi e tecnologicamente avanzati al mondo – per un temporale, un guasto… Ma dallo scorso mese di marzo si è acuito e ha cominciato ad avere fortissime ripercussioni sul mercato.” L’aggravante è che se un disservizio temporaneo in occasione di un temporale o di una nevicata straordinaria può essere compreso, resta invece incomprensibile il disservizio costante e sempre più grave registrato nelle ultime settimane, proprio nel picco stagionale delle vendite nella bella stagione e, soprattutto, con le temperature registrate negli ultimissimi giorni.

 

Solo nell’ultimo mese si sono verificati ben cinque episodi di gravi disservizi: interruzione totale e anche per quattro lunghe ore (un tempo infinito per uno stabilimento che lavora 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno!); oppure disservizi parziali fino a diciotto ore con fornitura al 25-30% dell’energia necessaria a far funzionare tutte le linee. Questo ha comportato che spesso solo 4 delle 12 linee hanno potuto funzionare. Senza considerare che l’interruzione improvvisa di energia per durate non quantificabili né prevedibili causa un effetto a catena drammatico su linee che lavorano ad alta velocità: danni ai componenti elettronici e quindi tempi di manutenzione ulteriori necessari a far riprendere il lavoro delle macchine quando torna l’energia; danni ai computer, server, perdita di dati in un’Azienda che nell’ultimo biennio ha fatto un enorme investimento in ICT verso la totale digitalizzazione; le linee dedicate alla produzione di the freddo e nettari di frutta, prima di produrre concretamente, devono essere necessariamente sottoposte ad un delicato processo di sanificazione che richiede otto –dieci ore di tempo ulteriori dal momento in cui torna a regime la fornitura di energia.

 

Sono solo alcuni esempi. “Ma la beffa, oltre al danno che subiamo – spiega il titolare Alberto Bertone – è che questo disservizio ci sta impedendo di onorare gli impegni presi con i nostri clienti. Non siamo riusciti ad evadere migliaia di ordini. Abbiamo dovuto cancellare accordi presi con i clienti. Abbiamo dovuto cancellare numerose promozioni perché è inutile farle se non riusciamo a consegnare il prodotto. Per tutto ciò i clienti stanno chiedendo a noi risarcimenti per problemi indipendenti dalla nostra volontà, che subiamo a nostra volta. Potremmo crescere del 20 % e stiamo perdendo milioni di fatturato e di quote di mercato. Perché laddove non vendiamo la nostra acqua c’è un competitor che vende la sua.”

 

“A nulla sono valse le telefonate, le mail e le raccomandate indirizzate all’Enel – spiega il direttore dello stabilimento – ogni volta sentiamo una motivazione diversa, inspiegabile dal nostro punto di vista. Il massimo che siamo riusciti ad ottenere è stato di non avere black out totali, ma solo parziali: ci permettono di lavorare al 30% utilizzando 4 linee su 12.”

L’Azienda, che ha recentemente assunto nuovo personale per far fronte alla costante crescita, oggi non riesce a dare lavoro perché non riceve l’energia necessaria a far funzionare lo stabilimento a pieno regime. Sul piazzale di Vinadio (Cuneo) sostano senza previsioni di tempo i tir che si occupano della logistica.

 

“È inutile parlare di aziende che non crescono, non investono e non assumono. Il vero problema in Italia è la mancanza di infrastrutture adeguate. Non solo non consentono una crescita, ma, come nel nostro caso, ci stanno facendo retrocedere rispetto ad una posizione che a fatica in tanti anni di lavoro e fatica abbiamo raggiunto”, ha concluso Bertone.