Pazienti psichiatrici giudiziari: la posizione del comune di Bra | “No a concentrare in città il 90% dei pazienti piemontesi”

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Documento unitario del sindaco, della giunta comunale e dei capigruppo consiliari di Bra per chiedere alla regione di riconsiderare la programmazione sanitaria per le convenzioni con i pazienti psichiatrici, soprattutto alla luce del possibile inserimento nella struttura privata di strada San Michele di un elevato numero di pazienti sottoposti a misure di sicurezza giudiziarie.

 

La decisione dopo che nei giorni scorsi erano state portate a conoscenza dell’amministrazione comunale gli orientamenti regionali che, da un lato hanno tagliato fondi destinati alla case di cura convenzionate, dall’altra avevano individuato nella struttura di Bra una possibile destinazione in città di un numero di pazienti psichiatrici giudiziari quasi pari al novanta per cento dell’intero numero di posti previsti dalla nuova programmazione regionale.

 

Per questo, il documento ha visto gli organi dell’amministrazione civica della città della Zizzola manifestare “il profondo disagio dell’Amministrazione Comunale per la situazione venuta a crearsi, in cui i livelli occupazionali di un’azienda braidese di particolare pregio vengono messi in correlazione a scelte regionali dettate da tagli, ritardi ed inefficienze che poco hanno a che fare con il tessuto produttivo e che questa zona ha già pagato anche troppo in svariati modi, specie dal punto di vista sanitario”.

 

Allo stesso tempo, nella missiva indirizzata all’assessore regionale alla sanità Saitta, al direttore del suo assessorato Morgando, alla direzione dell’Asl Cn2 e al prefetto di Cuneo, gli amministratori braidesi chiedono “che venga rivista la programmazione regionale 2015-2017 inerente i posti letto di acuzie, post-acuzie e continuità assistenziale a valenza sanitaria (CAVS), di cui alla DGR n. 67/2015, ricostituendo un livello di convenzioni con la Casa di Cura S. Michele di Bra adeguato, tale da consentire almeno il mantenimento degli attuali livelli occupazionali in questo periodo di grave crisi economico-sociale” e che “venga abbandonato il progetto di concentramento nella casa di Cura stessa di pazienti psichici sottoposti a misure di sicurezza giudiziarie”.

 

Questo dopo che la direzione della casa di cura braidese ha comunicato che un’eventuale riduzione delle convenzioni potrebbe portare a tagli nel personale, oltre a considerazioni di carattere sociale sulla necessità di garantire le massime condizioni di sicurezza per una struttura che si trova a pochi passi da scuole e dal nosocomio cittadino. Il sindaco Bruna Sibille ha già preso contatti con gli uffici sanitari regionali, con la proprietà della casa di cura e con la direzione della locale azienda sanitaria per verificare ogni possibile strada che consenta di salvaguardare i livelli occupazionali garantendo però un utilizzo della struttura (considerata una delle migliori, anche in termini di standard di sicurezza, dell’intero Piemonte) adeguato alle sue funzioni originarie. Soggetti che sono stati sentiti nei giorni scorsi anche dai capigruppo consiliari, prima della stesura del documento unitario.