«La riforma del processo penale approvato dalla Commissione Giustizia della Camera è uno dei tasselli più rilevanti dell’attività di Governo. A norme innovative che consentiranno di accelerare i tempi dei processi senza compromettere le garanzie, si accompagna infatti, tra l’altro, l’aumento delle pene per i furti in abitazione e le rapine.
Si tratta di una risposta concreta a un problema molto sentito nella nostra Provincia, dove, nei primi cinque mesi del 2015, sono state oltre 1300 le case svaligiate, il 15,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (praticamente, il 20% dei delitti denunciati in Provincia di Cuneo sono furti in appartamento). Un intervento necessario per la sicurezza e la serenità delle nostre comunità».
È quanto afferma il Viceministro della Giustizia Enrico Costa, che nei giorni scorsi ha promosso a Saluzzo un convegno dal titolo: “Un diritto sacrosanto: sentirci sicuri in casa nostra. Proposte concrete: certezza della pena; attività di prevenzione; sostegno alle forze dell’ordine”.
Il provvedimento prevede un innalzamento della pena minima per il furto in abitazione, che viene portata a 3 anni di reclusione (oggi è 1 anno). La pena massima è mantenuta a 6 anni.
Nel caso di aggravanti, la pena minima sale da 3 a 4 anni, mantenendosi a 10 nel massimo.
Innalzamento della pena minima anche per il delitto di rapina, attualmente punito con la reclusione da 3 a 10 anni: il minimo sale a 4 anni.
La rapina aggravata è invece punita nel minimo con 5 anni di reclusione, anziché con gli attuali 4 anni e sei mesi. La pena massima è mantenuta a 20 anni.
Molto importante la modifica normativa che stabilisce come l’eventuale presenza di circostanze attenuanti non possa essere ritenuta equivalente o prevalente rispetto alle aggravanti del furto. Si tratta di un’ipotesi di divieto di bilanciamento con l’obiettivo di evitare abbassamenti di pena non adeguati alla gravità dei fatti.
«È importante – spiega il Viceministro Costa – percorrere ogni possibile strada per prevenire questi delitti che provocano grande allarme sociale perché incidono nell’intimità della vita privata di ciascuno di noi. Ma ciò non basta. È evidente la necessità di un intervento normativo ad hoc. Il provvedimento approvato in Commissione Giustizia, che approderà in Aula alla Camera, rappresenta un segnale concreto, un intervento al quale lavoriamo da tempo. Le sanzioni comminate non potranno così più subire sostanziosi abbattimenti per effetto di meccanismi processuali e circostanze attenuanti. Ciò significa garantire pene effettive per i responsabili e, di conseguenza, non vanificare il lavoro delle forze dell’ordine. Un’esigenza ancor più sentita nella nostra Provincia, dove i responsabili dei delitti sono individuati, grazie all’ottimo lavoro degli inquirenti, ben nel 17% dei casi, a fronte del 6% della media nazionale».