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La bontà della carne di Fassone nasce in alpeggio | Un brand produttivo all’insegna della natura

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E’ una grande estate per i mille “margari” saliti alle 370 località d’alpe della provincia di Cuneo. L’eccezionale ondata di caldo favorisce la monticazione anche sui pascoli più alti, laddove certi anni a luglio c’è ancora la neve. E la stagione, viste le premesse, potrà continuare fino ai primi freddi autunnali.

 

Custodi di una sapienza millenaria, i “margari” portano in montagna oltre 30 mila capi, soprattutto di razza Piemontese. Sono loro i protagonisti di questo momento chiave della zootecnia che definisce il valore della filiera. Va ricordato infatti che la pratica dell’alpeggio non è soltanto il trasferimento delle mandrie all’alpe, ma racchiude un sistema di pratiche rispondenti a puntuali regole in un ambiente che per le sue caratteristiche richiede massima cura e rispetto.

 

Lassù sui monti, grazie a un menu fatto di erbe, fiori e acque di sorgente, si perfeziona il miracolo di una carne unica. Quella della Piemontese appunto, di grande pregio per le caratteristiche nutrizionali e dietetiche. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che questa è la carne più magra in assoluto: ha un contenuto di grasso dello 0,5-1% contro il 3% delle altre razze bovine.

 

E non è un caso che oggi il Fassone piemontese sia il più ricercato anche dai giovani che privilegiano lo street food ma vogliono hamburger e piatti di carne sana e gustosa. Lo dimostra il successo crescente del brand Fassoneria che dopo il primo locale storico nel Quadrilatero di Torino sta per aprirne un secondo in pieno centro. La formula in franchising è nata dalla collaborazione tra il fondatore della Fassoneria Fabrizio Bocca e i 250 soci della cooperativa Compral di Cuneo. I

 

n futuro si conta di portare il marchio in altre grandi città italiane. Di questo, presenti gli allevatori Compral, si parlerà a Expo Milano il prossimo 11 settembre, nel Waterstone di Intesa-San Paolo che ha selezionato i migliori produttori agroalimentari italiani.
Intanto le vacche piemontesi proseguono il loro sereno alpeggio, all’insegna di quel benessere animale che garantisce una catena produttiva naturale a tutto vantaggio dei consumatori.

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