Ancora una volta la Regione Piemonte, indipendentemte dalla parte politica che la governa, dimostra il suo totale disinteresse per la tutela della fauna selvatica ed il suo asservimento alle richieste del mondo venatorio.
Infatti, dopo il timido – ma lodevole – tentativo di escludere la pernice bianca dall’elenco delle specie cacciabili, la Giunta Regionale, anche a seguito di una sentenza del TAR Piemonte a lei sfavorevole, ha pensato bene di annullare il calendario venatorio, reinserendo la pernice bianca tra le specie cacciabili, senza nemmeno tentare di giustificare e difendere la propria scelta protezionista. E così da domenica prossima, 4 ottobre, potrà iniziare la mattanza…..
Ricordiamo che la pernice bianca, come anche le altre specie di Galliformi alpini (gallo forcello e coturnice), sta vivendo una fase di grande difficoltà, che si concretizza con un calo numerico in tutta Europa, Italia e Piemonte compresi. Si tratta inoltre di specie che soffrono già enormemente per le alterazioni dell’ambiente naturale in cui vivono e che sono particolarmente preziose perché non ripopolabili. La stessa Unione Europea prevede misure di tutela, che però, nel nostro Paese, non vengono nemmeno prese in considerazione.
Infatti, nonostante queste inoppugnabili realtà, la Giunta Regionale ha appena autorizzato l’abbattimento di 619 galli forcelli, 315 coturnici e 110 pernici bianche. “Numeri assolutamente esorbitanti – afferma Piero Belletti di Pro Natura – del tutto avulsi non solo da una corretta gestione venatoria della fauna selvatica, ma addirittura privi di ogni pur piccola traccia di buon senso”.
“La Regione Piemonte – rincara la dose Roberto Piana della LAC – si è ancora una volta chinata alle più bieche richieste dei cacciatori e ha concesso tutto il possibile, se non addirittura di più. I numeri autorizzati, a fronte di popolazioni che oscillano tra le 1.000 e le 3.000 coppie per specie, significano probabilmente l’estinzione delle specie, quanto meno a livello locale”. E pensare che un recente progetto di ricerca voluto proprio dalla Regione Piemonte è giunto alla conclusione che: “…la pernice presenta una situazione più critica, evidenziando la urgente necessità di aumentare le misure di conservazione per questa specie e di limitare/precludere le attività di gestione venatoria…”
“A questo punto – affermano gli ambientalisti – chiediamo che la si smetta di sprecare risorse e denaro pubblico per commissionare studi i cui risultati poi non vengono minimamente presi in considerazione.” Rimane l’amarezza di constatare come si stia tranquillamente decretando la condanna a morte di tre bellissime specie nell’indifferenza più assoluta, se non nella complicità, di coloro che sono stati
chiamati ad operare per la loro salvaguardia.