Home Cronaca Truffa milionaria sui pascoli: restano ai domiciliari gli allevatori di Marene

Truffa milionaria sui pascoli: restano ai domiciliari gli allevatori di Marene

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L’Operazione “Heidi” condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale dello Stato di Cuneo, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Massimiliano Bolla e con la supervisione del Procuratore Generale Dott.ssa Francesca Nanni, si sta avviando a conclusione, dopo aver scoperto una milionaria truffa sui finanziamenti comunitari all’attività pascoliva.

 

Nel frattempo è di questi giorni la notizia che il Tribunale della Libertà di Torino, come già in primo grado il Tribunale di Cuneo, ha rigettato l’istanza di attenuazione o revoca delle misure cautelari disposte ed applicate nel mese di giugno. Tale determinazione conferma dunque gli arresti ai domiciliari operati dalla Forestale ed i sequestri dei beni effettuati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cuneo.

 

In attesa del rinvio a giudizio la Forestale sta completando gli accertamenti su ulteriori pascoli comunali piemontesi non utilizzati e su ulteriori aziende agricole italiane, socie stagionali della Cooperativa “Il Falco” di Marene, che avrebbero illecitamente incamerato i cospicui premi UE connessi.

 

La verifica sta riguardando le campagne 2013 e 2014 e chiarendo nel dettaglio il complesso sistema di raggiro tecnico documentale, nonché il ruolo di alcune persone vicine alla pubblica amministrazione che eroga i contributi e svolge i controlli.

È il caso di evidenziare come stiano emergendo gravi irregolarità e truffe anche a carico di altre società agricole, non afferenti all’associazione a delinquere sopra richiamata, per le quali la Procura interverrà con procedimenti penali separati.

 

Pare dunque importante ricordare come il mancato pascolamento di un alpeggio non sia innocua omissione, specie se perpetrato negli anni. L’elevata biodiversità, le ricche fioriture di queste Alpi, gli svariati e particolari sapori dei prodotti da esse derivati, sono risultato di un utilizzo zootecnico millenario della montagna. Tali ambienti pascolivi non a caso, come ben noto agli esperti, risultano essere ecosistemi unici al mondo. Ora che l’Unione Europea l’ha compreso e finanzia tale attività sarebbe un vero peccato sprecare l’occasione per valorizzarli seriamente.

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