Denunciate tre persone nel cuneese per violazione delle normative sulle armi

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Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Cuneo (Squadra Mobile – I Sezione), ha condotto e portato a termine un’articolata attività investigativa sulla possibile presenza, in alcune abitazioni del cuneese, di armi non regolarmente denunciate, acquistate tramite alcuni siti web stranieri.

Gli investigatori, innanzitutto, hanno esperito tutti gli utili accertamenti sulle persone da controllare, verificando l’eventuale titolarità di autorizzazioni alla detenzione delle armi; successivamente, dopo mirati servizi di osservazione e controllo, hanno iniziato l’attività operativa vera e propria: sei persone dimoranti nel monregalese e nell’albese, sono state sottoposte a controllo presso le rispettive abitazioni.
Tre persone, titolari di autorizzazione alla detenzione di armi, sono risultate in regola con la normativa vigente.
Negli altri tre casi, invece, i poliziotti della Squadra Mobile hanno verificato la presenza di armi e munizioni la cui presenza non risultava essere stata comunicata alle competenti autorità di pubblica sicurezza nei modi e termini previsti dalla legge.

 

In particolare, presso l’abitazione di un sessantenne cittadino italiano residente in un comune del monregalese, gli investigatori hanno rinvenuto tre fucili (di cui uno ad aria compressa, con potenza superiore a 7,5 joule), 250 grammi circa di polvere da sparo e alcune munizioni: il sessantenne non solo deteneva tali armi senza aver effettuato alcuna comunicazione ma le aveva acquistate nonostante fosse stato colpito da un provvedimento di “divieto detenzione armi” emesso a suo carico dal Prefetto di Cuneo, su proposta della Divisione Polizia Amministrativa della Questura, adottato perché M.D., nel 2001, era stato denunciato, e poi condannato, per porto abusivo di arma da fuoco.
Il cittadino veniva, quindi, doverosamente denunciato alla Procura della Repubblica di Cuneo per illegale detenzione di armi.

 

In casa di un quarantacinquenne cittadino italiano, residente nell’albese e titolare di un porto d’arma per uso sportivo, i poliziotti della Squadra Mobile verificavano la presenza non solo delle armi regolarmente denunciate ma anche di una bomba a mano tipo ananas; per accertare se l’ordigno fosse ancora attivo era necessario chiedere l’intervento di personale artificiere dell’Esercito che, con le dovute cautele, lo esaminava determinandone la non pericolosità perché privo di materiale esplosivo al suo interno.

 

A questo punto, gli operatori della Polizia di Stato effettuavano un’ulteriore perquisizione anche nel luogo di lavoro dell’uomo; in tale occasione rinvenivano una carabina, una doppietta e due confezioni di cartucce che, benché regolarmente denunciate, si trovavano in un luogo diverso da quello indicato come luogo di detenzione e, inoltre, parti di altre armi non denunciate: per tale circostanze il quarantacinquenne veniva indagato in stato di libertà presso la Procura della Repubblica di Asti.

 

Infine, un trentasettenne cittadino italiano, anch’egli residente nell’albese, veniva indagato in stato di libertà presso la Procura della Repubblica di Asti, perché aveva acquistato e deteneva presso la propria abitazione un dissuasore elettrico professionale (storditore) senza avere richiesto il prescritto nulla osta all’acquisto e senza averne denunciato la detenzione alle competenti autorità di pubblica sicurezza.
Tutte le armi rinvenute dalla Squadra Mobile cuneese nel corso dell’attività operativa sono state opportunamente sottoposte a sequestro.