Incantevole. Magica. Sorprendente. La mostra “Eccellenze artistiche di un territorio. Pittura e scultura di ‘800 e ‘900 in provincia di Cuneo”, organizzata, nel complesso di San Francesco del capoluogo, dal Comune, insieme alle associazioni Primalpe, Mescolanze, Amici Case del Cuore e il settimanale La Guida, con il supporto di Anci, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Fondazioni Crc e Crt, altri Enti, imprenditori e collezionisti privati, regala emozioni uniche e indimenticabili.
Come quell’altro progetto espositivo del 1998 sugli 800 anni di fondazione di Cuneo. L’iniziativa, che dà molto risalto ai paesaggi e sicuramente soddisfa, in particolare, il “palato” degli appassionati di pittura tradizionale, è stata inaugurata, venerdì 9 ottobre, alla presenza di tanti cittadini e di numerose autorità, tra le quali l’assessore regionale Alberto Valmaggia. Una cerimonia arricchita dai delicati brani d’arpa proposti dagli allievi del Conservatorio “Ghedini” e con il sindaco del capoluogo, Federico Borgna, e alcuni assessori e consiglieri comunali a fare gli onori di casa. All’interno della storica e prestigiosa ex chiesa le cui origini risalgano al Medioevo, attraverso un allestimento essenziale, ma raffinato, si possono ammirare 151 bellissime opere di 50 celebri e apprezzati artisti della “Granda”. La mostra, curata da Giacomo Doglio, Roberto Baravalle, Enrico Perotto, Dario Ghibaudo e Massimiliano Cavallo, con la collaborazione di Sandra Viada, Michela Ferrero e Ornella Calandri della segreteria organizzativa dell’assessorato per la Cultura di Cuneo, si sviluppa in tre sezioni scandite, a livello cronologico, dai periodi rappresentativi della storia artistica moderna del territorio e delle performance messe in campo dagli autori: il XIX e il XX secolo, in cui l’ha fatta da padrone quello straordinario clima di fermento culturale e di trasformazioni, anche sociali, che hanno contraddistinto il vivere delle comunità.
Nel primo percorso – “Dal tardo Romanticismo al Simbolismo” – sono esposti i lavori di 22 artisti, tra i quali Giuseppe Augusto Levis, Giovanni Battista Quadrone, Leonardo Bistolfi, Davide Calandra, Matteo Olivero e Guido Cordero di Montezemolo. Il secondo, dal titolo “Le esperienze d’arte tra le due guerre: dal Novecento al Secondo Futurismo; dai Sei di Torino alle nuove forme di pittura di paesaggio” riunisce le creazioni di 13 protagonisti, tra cui Nino Fracchia, Romolo Garrone, Fillia, Francesco Menzio ed Enrico Paolucci. Nel terzo, che ha per filo conduttore “Il secondo Novecento: dal postcubismo al neoespressionismo; dall’informale alla nuova figurazione”, si presentano le opere di 15 artisti: da Pinot Gallizio ed Ego Bianchi a Piero Ruggeri; da Antonio Carena a Giovanni Gagino, Berto Ravotti e Claudio Berlia: gli ultimi tre scomparsi di recente. Tra i lavori in passerella c’è anche il curioso bozzetto, in legno di noce e bronzo, vincitore del concorso, indetto nel 1962, per il Monumento alla Resistenza di Cuneo, e realizzato dal comasco Francesco Somaini, con i “colleghi” Lucio Fontana, Ico Parisi ed Enrico Cavadini. L’opera, però, non ebbe mai attuazione concreta, in quanto gli venne preferita, qualche anno dopo (l’inaugurazione è del 1969), l’esistente esplosione plastica scolpita da Umberto Mastroianni. L’itinerario espositivo ha un grande pregio: scalda il cuore e accarezza l’anima. E la mostra, per il numero di lavori alla ribalta, costituisce una delle più importanti iniziative del genere mai organizzate in città e, forse, nell’intera “Granda”. Con un altro obiettivo non solo artistico: essere, attraverso i tesori da ammirare, uno strumento di promozione dello sviluppo culturale e dell’immagine di tutto il territorio. “La nostra provincia – sottolinea per il gruppo di curatori del progetto, Giacomo Doglio – è nota per le numerose eccellenze agroalimentari e paesaggistiche, come dimostra il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità ottenuto da Langa e Roero. Il pubblico, però, non ha probabilmente mai avuto il modo di apprezzare le tante eccellenze della produzione artistica che si è sviluppata nella nostra zona e che può fornire un fondamentale contributo all’identità culturale della “Granda”, rivelandosi una ricca risorsa per la crescita turistica locale”.
La mostra, a ingresso gratuito, rimane aperta fino al 10 gennaio ed è visitabile dal martedì alla domenica, con orario 15.30-18.30.
c.s.