Alba: una targa commemorativa a ricordo della signora Martini Vera Silvano

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Sabato 24 ottobre 2015, alle ore 11, presso l’area verde di Corso Enotria di Alba, verrà posta una targa commemorativa a ricordo della signora Martini Vera Silvano, educatrice e benefattrice della Città.

 

Vera Silvano Martini è considerata, dagli albesi che la conobbero e ne apprezzarono l’opera, la precorritrice in Alba di quell’impegno sociale che si sarebbe sviluppato e avrebbe acquisito grande rilevanza solo negli ultimi decenni del Novecento. Nasce a Roma il 26 gennaio 1896. Figlia di un avvocato e nipote del Presidente del Consiglio On. Zanardelli, si laurea brillantemente in Giurisprudenza nell’anno 1922. Appena laureata svolge una professione insolita per una donna: collabora per qualche tempo con il Corriere della Sera e viene inviata come corrispondente in Tripolitania durante una delle tante guerre coloniali.
E’ la prima donna in Italia a ricoprire la carica di segretario comunale a Sori, in provincia di Genova. In quel periodo ha occasione di conoscere l’albese Gioacchino Silvano, viceprefetto di Genova, che diventerà suo marito. Lo segue negli spostamenti nelle città di Ferrara, Grosseto e Alessandria, indi, al termine dell’attività del marito, alcuni anni prima dello scoppio della II Guerra Mondiale, viene a stabilirsi ad Alba nella tenuta di Moncarretto.

Giunta ad Alba inizia a collaborare con il prof. Ferrari della Scuola Enologica, e con il suo aiuto, si occupa dell’azienda agricola e della distribuzione delle colture nei terreni. Organizza l'”Associazione donne rurali”: molte donne la interpellano per ottenere concreti e preziosi consigli legali. Durante la II Guerra Mondiale collabora con il Vescovo di Alba mons. Grassi che ricorda la sua “opera solerte” ed il suo “partecipe interessamento” per alleviare le sofferenze dei suoi concittadini. Conoscendo la lingua tedesca, collabora con il Vescovo di Alba per i molti contatti con i Comandi Tedeschi. Non è una semplice traduttrice: le sue qualità umane, il suo modo di presentarsi e di comportarsi la pongono in condizione di mettere in soggezione gli occupanti tedeschi. Contemporaneamente la dott.sa Silvano tiene i contatti con i gruppi partigiani riuscendo a mantenere con sensibilità ed intelligenza un delicato ed utile equilibrio. Ella affianca il Vescovo mons. Grassi nelle trattative con le milizie tedesche per la liberazione di 150 ostaggi albesi che erano stati catturati ed imprigionati a Torino.

Tra di essi c’è il giovane dottore Costanzo Bubbio che per un cinquantennio operò con grande impegno nell’ospedale di Alba. Testimonianza dell’opera della signora si trova nel libro “La tortura di Alba e dell’Albese”, scritto da mons. Grassi ed edito dalla Società S. Paolo. Nel 1952 la signora Silvano con mons. Pasquale Gianolio, vicario generale della diocesi di Alba, e con don Michele Balocco della Caritas, si reca nel Polesine per soccorrere gli alluvionati. Una sua lettera documenta la profonda partecipazione alle misere condizioni di vita della popolazione. Negli anni seguenti riceve dal sindaco sen Cagnasso svariati incarichi di rappresentanza a Roma. Vi si reca, a proprie spese, per svolgerli nell’interesse di Alba e della sua cittadinanza. Egli la incarica anche di occuparsi della chiusura della “Casa della madre e del bambino” presso l’O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità ed Infanzia). Conosciuta in concreto la situazione dell’Ente, ella ne intravvede la possibilità non solo di sopravvivenza ma di miglioramento e anzichè chiuderlo ne organizza la rinascita e l’ammodernamento. Si occupa direttamente della gestione e dell’amministrazione, propone e ottiene di sostituire il personale, formato prevalentemente da assistenti con educatrici d’infanzia, preparate ed adatte a tale ruolo.

 

 

Oltre a occuparsi dell’Asilo nido la signora Vera Martini Silvano è consigliere dal 1952 al 1966 e Presidente dal 1966 fino al 1979 del “Ritiro della Provvidenza”, Istituto sito in via General Govone. Fondato nel 1798, ospitava un educandato-convitto per studentesse, una scuola materna e un orfanotrofio che portava il nome di “Ospizio delle povere figlie”.

Per l’opera svolta durante la sua attivissima vita riceve varie onorificenze:
– nel 1974 la Famija Albèisa le conferisce il premio “Amici di Alba”;
– nel 1975 l’O.N.M.I. le conferisce il “Diploma di benemerenza di 1° grado”;
– nel 1976 il Lions Club Alba-Langhe le conferisce una medaglia d’oro;
– nel 1979 il sindaco Zanoletti, le consegna una targa d’argento e un diploma di benemerenza della città di Alba.

Muore nel 1986. 

 

L’evento è organizzato nell’ambito della rassegna “Resistenze” a cura del Comune di Alba, Assessorato alla Cultura insieme all’Associazione Beato Giuseppe Girotti ed al Centro Culturale San Giuseppe che invitano tutta la cittadinanza ad intervenire alla cerimonia nel parco a lei dedicato.