Uncem partecipa alle iniziative promosse da Coldiretti a Torino all’interno della manifestazione “La montagna vuole vivere” che si svolge alla Pellerina e ai Giardini Reali.
Fondamentale che l’evento superi, come affermato dall’associazione delle imprese agricole, la dimensione “ludica”, bensì aiuti la città a riflettere sulle problematiche economiche e politiche delle Terre Alte in particolare del comparto agricolo e lattiero-caseario. Molti i temi che Uncem e Coldiretti hanno più volte condiviso, ancora nei giorni scorsi all’interno di Expo.
Proprio alla vigilia dell’approvazione e del nuovo Psr, sarà importante lavorare nei prossimi mesi – anche grazie ai bandi di finanziamento esistenti – sulle nuove modalità di affidamento dei pascoli in quota per evitare speculazione e frodi. Nel corso del 2015 i controlli di Corpo forestale e Guardia di Finanza sono stati determinanti e andranno potenziati, a vantaggio del territorio e del sistema montano, istituzionale ed economico, nel suo complesso.
Altro tema che Uncem propone al “tavolo verde” regionale (con tutti i rappresentanti delle imprese) di approfondire, è quello legato al superamento della parcellizzazione fondiaria. Sono cinque milioni le micro-particelle catastali sulle Alpi e sugli Appennini piemontesi. Il ritorno all’agricoltura – che porta con sé valore paesaggistico, protezione dei versanti, difesa ambientale, ma anche flussi turistici e fruibilità del territorio – passa da una capacità di associare le particelle, con un’azione nella quale i Comuni sono protagonisti. In molte realtà montane stanno nascendo le prime “Associazioni fondiarie”, dalla struttura più snella di un consorzio, nelle quali liberamente i privati proprietari, uniti in associazione, affidano la gestione (senza usucapione) in affitto a imprese agricole che impiantano piccoli frutti, cereali, patate, erbe officinali.
Molte aziende sono gestite da giovani, nuove generazioni che scelgono la montagna e il comparto agricolo. Per agevolarli, Uncem sta facendo pressione sul Governo e sui Parlamentari affinché venga lasciata autonomia fiscale a Comuni e a Unioni e con una generale defiscalizzazione delle Terre Alte si compensino i maggiori costi diretti e indiretti che chi vive o lavora in montagna deve affrontare. La defiscalizzazione si accompagna alla sburocratizzazione ed insieme sono l’opposto delle politiche assistenzialistiche fatte per trent’anni in Italia.