Pony express dei sentimenti… Il titolo ci colpisce, sfogliando “La stampa”: accattivante senza nulla svelare, gentile tra urla di cronaca e impertinenti promesse politiche. Pony express dei sentimenti… E la foto d’una vecchia Vespa azzurra che scivola su una strada di montagna, attorno verde infinito, in fondo bianco di cime e di nuvole.
Leggiamo, e restiamo incantati. Da come l’arte possa avere mille volti, la fantasia defluire in mille rivoli; da come i viaggi del cuore possano essere sentiti e da quanto sia affascinante affrontarli su due ruote. L’idea è di Christian, giovane fotografo friulano, innamorato dei paesaggi e delle storie: il cliente sceglie il posto che più ama e lui l’accompagna in sella guidando piano, ascoltando ricordi e sentimenti, catturando i momenti più belli. “Scatta con me” è lo slogan, “scattoinvespa” il sito internet che accoglie i racconti finito il viaggio.
Si potrà pensare, in tempi di disoccupazione e d’incertezza, che Christian abbia inventato un mestiere. In realtà non guadagna nulla, giusto il pieno, un piatto in osteria, un panino, una camera d’albergo: il suo è «un investimento interiore, dato dal generarsi di nuove connessioni tra persone, memoria e creatività». Guadagna, soprattutto, la disponibilità a confidarsi, a svelare i percorsi interiori che tracciano la strada, poi è bravo lui a conquistare la fiducia, dialogando senza grida che tanto procede lento e i caschi aperti non imprigionano parole. “La stampa” ci fa conoscere Christian e alcuni clienti: l’archeologa che intende riscoprire i luoghi della sua formazione, l’antropologa che vuole riassaporare la quiete nascosta d’una grande città, il contrabbandiere che sogna di ritrovare i profumi dell’infanzia, il bibliotecario che chiede di rasentare una ferrovia, perché il treno ha scandito la sua vita di figlio d’emigranti. Posti da inseguire, attraversare, raggiungere. E posti da godersi intanto, per caso e per magìa, deviando sulla rotta d’un ricordo, d’una sensazione, d’un desiderio. Casolari sperduti o alveari metropolitani, boschi o periferie bruciate, nostalgie e profumi che compongono specialissimi diari di viaggio, pagine abbozzate a 30 all’ora e annotate poi sul ciglio di una strada, davanti a un buon bicchiere, nel calore d’una locanda. C’è chi cerca il passato, chi soltanto ispirazione. E Christian li accompagna con la sua Vespa azzurra, raccogliendo, come si legge sul sito, opinioni, confessioni e ribellioni: «Viaggiare su due ruote, andare piano. Ubriacarsi di odori. Fermarsi, e poi ripartire per un altro sentiero… Vorrei fare un pezzo di strada con voi, con chi è disposto ad accompagnarmi in un luogo dell’anima raccontandomi che cosa lo lega a esso. Sarà l’incipit di una condivisione di strade, vita, pensieri e magari di un pranzo al sacco o in osteria».
Antonio Barillà