Via libera a maggioranza da parte del Consiglio regionale, nella seduta di martedì 3 novembre, al Piano di indirizzo generale della Regione sulla programmazione della rete scolastica per l’anno 2016-2017.
Il documento proposto dalla Giunta, è stato illustrato all’Aula dall’assessora all’Istruzione Gianna Pentenero: fissa indirizzi e criteri generali per l’acquisizione o il mantenimento dell’autonomia degli istituti scolastici, per i punti di erogazione del servizio, per il dimensionamento delle scuole piemontesi e per i centri provinciali per l’istruzione degli adulti.
La rete scolastica piemontese, come evidenziato dall’assessora Pentenero, è caratterizzata da una significativa articolazione, che riflette la frammentarietà della distribuzione territoriale e amministrativa del Piemonte, particolarmente marcata nelle aree montane: infatti, circa 870 Comuni su 1.206 risultano avere almeno un punto di erogazione del servizio scolastico. Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria le sedi sono numerose e diffuse in maniera capillare sul territorio piemontese, mentre sono meno numerose le sedi della scuola secondaria di primo e di secondo grado, che raccolgono mediamente un’utenza maggiore e proveniente da una fascia più ampia.
Nel dibattito è intervenuto il consigliere Andrea Appiano (Pd), che ha difeso la formula dell’istituto comprensivo è positiva, a condizione che gli stessi siano omogenei.
Per Daniela Ruffino (Fi), la scuola è un elemento fondamentale per i territori, quindi bisogna preservare quelle presenti sui territori montani. Su questa posizione si è anche attestata Francesca Frediani (M5S), mentre per Davide Bono (anche lui del M5S), bisogna migliorare l’organizzazione e aumentare la qualità, per cui è fondamentale nominare nuovi dirigenti scolastici.
Nell’anno 2015-16 la rete scolastica piemontese risulta complessivamente formata da circa 4.300 sedi, di cui il 19% appartenenti alla scuola paritaria; il servizio statale è gestito da 584 istituzioni scolastiche autonome, di cui 12 Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia). Le autonomie riferite al primo ciclo di istruzione rappresentano oltre il 69% dell’offerta totale, di queste poco meno del 25% è ancora caratterizzato dal modello cosiddetto “orizzontale”. Si conferma quindi, anche per il prossimo anno scolastico, l’indirizzo a superare l’aggregazione “verticale” delle attuali istituzioni scolastiche costituite separatamente da Direzioni didattiche e Istituti secondari di primo grado, a favore invece di Istituti comprensivi, composti da scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, nell’ottica dell’attuazione di un progetto, che ha come caratteristiche basilari la continuità educativa, l’integrazione di competenze ed esperienze tra i docenti di vario grado e il superamento di tutte le situazioni di sottodimensionamento. Il 27% delle autonomie sta programmando e gestendo la propria offerta formativa in situazione di reggenza, ovvero in mancanza di un dirigente scolastico titolare.
MB