Il Senato ha dato il via libera al provvedimento sulla tutela della biodiversità, che ora è all’esame della Camera per la terza lettura. Ma, visto l’ampio accordo trovato in Commissione, l’iter del provvedimento si concluderà positivamente nei prossimi giorni con una procedura semplificata e senza variazioni al testo.
La Legge istituisce un Sistema nazionale della biodiversità agraria e alimentare, attraverso quattro strumenti operativi. Il primo riguarda l’Anagrafe della biodiversità, dove dovranno essere indicate le risorse genetiche a rischio di estinzione. Il secondo prevede la creazione di un Comitato permanente, capace di garantire il coordinamento delle azioni da effettuare tra i diversi livelli di governo. Il terzo è relativo alla nascita della Rete nazionale, a cui spetterà il compito di preservare le eccellenze genetiche locali. Il quarto ha come obiettivo di individuare il Portale nazionale, composto da un sistema di banche dati contenenti le risorse genetiche presenti sull’intero territorio italiano.
Inoltre, il provvedimento si pone il fine di avviare un Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e mette in campo un Fondo di tutela per sostenere le azioni degli agricoltori e degli allevatori. Infine, viene stabilito che il Piano triennale di attività del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria debba prevedere degli interventi per la ricerca sulla biodiversità agraria e alimentare e sulle tecniche necessarie per favorirla, tutelarla e svilupparla.
“L’Italia – sostiene il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, che ha avuto un ruolo fondamentale nel trovare la condivisione del testo – detiene un patrimonio unico e straordinario di biodiversità. La Legge, quindi, rappresenta un passo fondamentale per salvaguardare la differenza delle nostre ricchezze naturali, vegetali e animali. Attraverso il provvedimento riconosciamo il ruolo attivo svolto dagli agricoltori nella custodia del paesaggio e nella conservazione del territorio”.
Cosa significa tutto ciò per la provincia di Cuneo, da sempre terra in cui la biodiversità la fa da padrone? “È un provvedimento importante per la nostra terra, ricca di produzioni agricole autoctone e, spesso, rare. Non si tratta solo di garantire la sopravvivenza di frutti, verdure e specie animali di pregio – penso alle Dop e Igp che già caratterizzano il Cuneese e ai tanti prodotti tipici: dal porro al peperone; dalle mele all’uva; dal bue grasso alla sambucana – ma di garantire la sopravvivenza anche delle varietà minori, sovente senza mercato, ma parte importante del nostro patrimonio agrario. Per la prima volta, con questa Legge affidiamo ad agricoltori e allevatori il compito di custodi della biodiversità: è un passo decisivo verso il riconoscimento del ruolo di presidio che questi compiono e che deve essere concretamente sostenuto. Sono sicuro che la Regione Piemonte, che ha ottenuto, da poco, l’approvazione europea del suo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, saprà cogliere l’occasione di questa Legge per dare impulso alla ricerca e alla conservazione della ricchezza agraria”.