Preoccupazione, ma anche una moderata fiducia e la ferma convinzione di poter far riflettere l’azienda e raggiungere una soluzione che salvaguardi il futuro dei lavoratori. E’ questo, in sintesi, il pensiero di Gaspare Palermo, delegato provinciale della Filctem Cgil di Cuneo, dopo l’annuncio della Michelin di voler chiudere lo stabilimento di Fossano entro la fine del 2016.
“La comunicazione da parte dell’azienda è stata improvvisa – spiega il sindacalista – , ma noi sapevamo che c’erano delle problematiche ed infatti eravamo molto preoccupati. A luglio, come sindacati, chimici e metalmeccanici, unitariamente, abbiamo chiesto all’azienda la presentazione di un piano industriale rispetto agli assetti futuri in Italia. Ma il piano non è mai arrivato“.
E’ arrivata invece questa notizia drammatica. E oggi c’è stata una prima manifestazione di protesta.
“Sì, e ci tengo a sottolineare che l’adesione in tutti gli stabilimenti è stata assolutamente elevata. C’è un dato per certi versi storico: l’adesione allo sciopero questa mattina del 90% dei lavoratori nello stabilimento di Cuneo, un segnale di unità del gruppo dopo l’80% registrato nella notte. Praticamente era tutto fermo“.
I prossimi passi quali saranno?
“Ieri ci siamo trovati a Torino e abbiamo preso una posizione molto dura, dicendo che non accettiamo una comunicazione in quanto tale, ma vogliamo un tavolo di trattativa che ci permetta di arrivare ad un piano industriale per capire come consolidare gli stabilimenti italiani. Ora ci auspichiamo che in brevissimo tempo arrivi una convocazione dell’azienda. Se non arriveranno risposte il coordinamento nazionale ha già annunciato altre 8 ore di sciopero“.
Siete fiduciosi?
“Non so dirle se siamo fiduciosi. So che stiamo sfidando l’azienda a discutere di alcune cose. A Fossano ci sono produzioni come cerchietti e filo meccanico che servono al filo produttivo per fornire l’Italia. Senza cerchietti, per esempio, le ruote non le fai, quindi, se si parla di competitività, noi diciamo che fare andare via queste produzioni e non fare investimenti rischia di creare alla lunga una condizione di difficoltà per il sistema Paese Italia“.
Cosa ci dice del futuro dei lavoratori?
“Ieri nella comunicazione l’azienda ha detto che non c’è possibilità di ricollocazione dei lavoratori. Noi vogliamo far cambiare scelta all’azienda, ma per farla cambiare abbiamo bisogno di piani, perché non possiamo mettere persone dove non ci sono posti di lavoro. Quindi dobbiamo creare posti di lavoro e su quello trovare soluzioni per tutti i lavoratori. Ci tengo ad aggiungere inoltre che c’è un altro grosso problema che ci preoccupa, che non è ancora emerso ma che ci preme: a Cuneo abbiamo tra interinali e contratti a termine 180 lavoratori e lavoratrici, ad Alessandria 170“.
Cosa vi aspettate dalle istituzioni e dal territorio?
“Noi abbiamo bisogno di tutti coloro che non manifestano solidarietà a parole, ma che permettano di incalzare l’azienda rispetto a quale futuro sarà per la Michelin italiana. Non abbiamo bisogno di note su Facebook o dichiarazioni, abbiamo bisogno di fare sistema e di chiedere che questo Paese ridiscuta di politica industriale: dentro questo quadro tutti coloro che vogliono darci una mano sono bene accetti“.
GDS
In foto un momento dello sciopero di oggi