Sabato 14 novembre, dalle 14, presso lo sferisterio di Madonna del Pasco, è in programma un grande evento, una speciale partita nel corso del quale il quattro volte campione d’Italia darà l’addio alla pallapugno giocata.
In campo ci saranno i tanti compagni di squadra che il campione monasterese ha avuto nel corso della sua lunga carriera per un evento di grande interesse che conclude la stagione pallonistica.
Al termine seguirà una merenda sinoira offerta a tutti e i fondi raccolti saranno interamente devoluti in beneficenza a favore del reparto di Pediatria dell’ospedale di Mondovì.
L’evento, che è stato organizzato in prima persona dallo stesso Danna, vede la collaborazione delle società Pro Paschese, Merlese e di tanti amici.
“Ho inteso organizzare tale iniziativa – dichiara Paolo Danna – prima di tutto per ringraziare le tante persone che ho conosciuto e che mi sono state vicine in tutti questi anni. Il balon ha rappresentato trent’anni della mia vita, mi ha dato tante gioie e mi è sembrato giusto promuovere questo evento per dire grazie ai tanti amici che ho incontrato: gli addii portano con sé un po’ di tristezza, ma c’è la consapevolezza di aver vissuto tanti momenti di grande soddisfazione. Voglio ringraziare i presidenti, i dirigenti, i compagni di squadra, gli amici e i tanti tifosi che hanno condiviso con me gioie e momenti meno felici. Un pensiero speciale va alla mia famiglia, a mia moglie Romina, a mio figlio Marco, a mio papà e mia mamma per essermi sempre stati vicini. Grazie, grazie, grazie. Per me è stato bellissimo e conserverò per sempre il ricordo di un’esperienza straordinaria”.
Paolo Danna ha giocato per 17 anni in serie A, ha vinto quattro scudetti e tre Coppe Italia; dal 1995, nei diversi campionati di serie A, B e C, ha giocato 702 partite, vincendone 394. In serie A ha disputato oltre 500 partite ufficiali. È stato tricolore due volte con la maglia della Subalcuneo e altrettante con quelle della Pro Paschese: quest’anno ha giocato nella Merlese, concludendo la sua carriera a Mondovì proprio dove aveva iniziato a dare i primi pugni al pallone.