«Chi oggi viene ad Alba non percepisce un clima di conflittualità ma di serena responsabilità. C’è una bella cooperazione tra il pubblico e il privato, tra le realtà imprenditoriali, le cooperative, il privato sociale, le nostre amministrazioni.
C’è un atteggiamento in cui prevale il bene comune, il miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini mettendo al centro la persona, la propria dignità con un senso importante della relazione dell’umanità».
È quanto ha affermato il Sindaco di Alba Maurizio Marello intervenendo al convegno “Cooperare” in occasione dei 120 anni di Banca d’Alba, sabato 7 novembre al Teatro Sociale “Giorgio Busca”. Un incontro preceduto da diversi eventi, aperto con l’introduzione del Direttore della Banca Riccardo Corino e la relazione del Presidente Felice Cerruti, seguito dal dialogo diretto dal giornalista Rai Luca Ponzi per un’intervista a due voci con il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo e l’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.
Durante l’evento, il Sindaco Maurizio Marello ha sottolineato l’importanza di festeggiare un compleanno così lungo per Banca d’Alba ed ha ricordato che «gli albesi stanno raccogliendo i frutti di un lunghissimo lavoro di generazioni di ieri e dell’altro ieri che ha letteralmente capovolto questo territorio nei decenni. Un territorio che ha conosciuto la miseria più profonda in una realtà piccolo borghese totalmente isolata. Quel territorio è oggi ricco di iniziative, di proposte, di economia, di accoglienza, di solidarietà, aperto al mondo e visitato da marzo a dicembre. Tutto questo non è un caso. Ci sono state persone che hanno lavorato con impegno, intuizioni, genialità. Persone che hanno contribuito al miracolo albese come Michele Ferrero e Carlo Miroglio, imprenditori di assoluto profilo che hanno dato una grossissima mano ad uscire dalla miseria e a creare questa realtà che oggi conosciamo. Importante fare memoria guardando al futuro. Una delle caratteristiche della nostra gente è essere laboriosa, seria, sobria ma è anche quella di non sedersi sugli allori che è l’errore più grande che potremmo fare oggi. Bisogna aprire sempre più i nostri orizzonti, capire che il contributo che possiamo dare al nostro paese e alle future generazioni è quello di essere un territorio realmente internazionale non solo turisticamente ed economicamente ma anche sotto l’aspetto della solidarietà e dell’accoglienza. Quindi, guardiamo al passato per costruire un futuro ancora migliore».