Riportiamo la trascrizione integrale dell’intervento del Sindaco Davide Sordella sul caso Michelin durante l’ultimo Consiglio Comunale.
“Un saluto innanzitutto ai lavoratori della Michelin e alle loro rappresentanze sindacali.
Voglio in questa comunicazione condividere con il Consiglio comunale la posizione dell’Amministrazione rispetto alla situazione attuale dello stabilimento Michelin di Fossano.
Non farò un intervento emotivo o retorico, perché è chiaro a tutti il dramma a cui siamo di fronte: 420 dipendenti solo dell’impianto di Fossano rischiano il posto di lavoro, 420 famiglie direttamente interessate, ma ci sono anche i lavoratori dell’indotto. Per il nostro territorio la perdita di uno stabilimento ha conseguenze dirette sull’intera economia e quindi su altri posti di lavoro ed attività economiche.
Non se l’aspettava nessuno. Nessuno si aspettava la chiusura dell’impianto di Fossano. Tagli forse sì, ma la chiusura definitiva, senza riassorbimento, no. Leggo che si sapeva già, in molti dicono che era già scritto, e non mi riferisco a nessuna forza politica presente in questa sede. Io però non credo che se i sindacati ed i loro delegati, che hanno ogni giorno il polso della situazione, avessero avuto anche solo il sentore di una chiusura sarebbero stati a guardare. Hanno sempre chiesto il confronto con l’azienda, sino all’ultimo istante, ma non hanno mai ricevuto indicazioni in questo senso. E se qualcuno, come leggo in molti commenti, sapeva, dico chiaramente che doveva muoversi prima, anche solo a livello locale, con una lettera all’Amministrazione, con una richiesta al Consiglio comunale o con ogni altra forma di protesta: ma questo non è successo.
Ma non è il momento della dietrologia, della polemica, non è il momento della retorica, non è il momento della divisione. Perché non servono a risolvere nulla.
Siamo tutti sulla stessa barca, pur con ruoli diversi:
– In primis c’è il sindacato che porta avanti la trattativa con l’azienda e forme di protesta come lo sciopero che, ricordo, comporta un sacrificio diretto per i lavoratori.
– In parallelo la politica europea, nazionale e regionale che deve fare pressione sull’azienda affinché cambi idea per supportare la trattativa delle parti sociali, tra cui ci sono anche Confindustria e Confartigianato.
– La politica locale deve stare vicino concretamente, in modo unitario ai lavoratori, conscia dei propri limiti in una vicenda multinazionale. Essa deve interrogarsi sugli scenari futuri che si paleseranno sul territorio, fermo restando che la nostra richiesta netta è di scongiurare la chiusura dello stabilimento chiedendone la riconversione.
– Poi c’è la comunità ed il tessuto sociale che, in questo momento di difficoltà, deve stringersi intorno ai propri concittadini ed ai lavoratori esterni, mettendo in campo tutte le risorse possibili come singoli o associazioni, ma anche come imprese, giornali, banche e realtà socio assistenziali. Una Città vicina ai lavoratori, non solo con una solidarietà generica, ma in modo concreto. Soprattutto dovremo essere presenti quando l’attenzione nazionale inevitabilmente calerà ed il rischio è che si venga lasciati soli.
È il momento della concretezza e dell’unità.
CONCRETEZZA.
– I sindacati avranno un incontro con l’impresa il 16 novembre a Torino ed in quella sede inizieranno una trattativa. Gli chiediamo, ma non c’è ne è bisogno, di includere in quel tavolo anche considerazioni sui lavoratori dell’indotto e sulla ricaduta territoriale. Il 13 novembre è stato proclamato uno sciopero a Cuneo ed altre iniziative di lotta sono state programmate. Li ringrazio perché stanno facendo tutto il possibile, rimanendo uniti ed uscendo dall’ambito locale, come la visita del segretario Landini ha dimostrato.
– A livello politico abbiamo coinvolto, ricevendo attenzione, tutti i livelli, da quello provinciale, a quello regionale fino a quello nazionale ed europeo. Tutti a loro modo, al di là delle diverse appartenenze, si sono attivati. Sarà il tempo a dirci chi manterrà gli impegni presi. Adesso dobbiamo aspettare gli esiti della trattativa che inizierà il 16 novembre.
– Ma questo non vuol dire attendere passivamente. Stiamo contattando tutti i Sindaci del territorio, a partire dall’Unione del Fossanese, che hanno lavoratori coinvolti in modo da coordinarci, perché questa non è una questione solo di Fossano.
– Dopo il 16, indicativamente ad inizio dicembre, faremo un Consiglio comunale aperto in cui, sulla base degli esiti della trattativa, decideremo tutti insieme come muoverci.
– Se necessario attiveremo un tavolo di crisi con tutto il tessuto sociale per analizzare caso per caso le modalità di intervento concretamente dal punto di vista fiscale, bancario o socio assistenziale. Facendo ognuno la propria parte.
– I Gruppi consiliari comunicheranno sul prossimo numero del giornale dell’Amministrazione come intendono affrontare questa vicenda.
– È importante programmare un calendario di attività comuni che, se rese necessarie dagli esiti della trattativa, mantengano alta l’attenzione sulle vicenda.
UNITÀ.
Affinché la concretezza dei risultati possa realizzarsi è fondamentale rimanere uniti, senza badare ad appartenenze politiche, evitando strumentalizzazioni o polemiche sterili. In questo senso l’Assemblea dei Capigruppo si è già espressa in modo unitario dimostrando un grande senso di responsabilità e li ringrazio per questo. Lo stesso senso di responsabilità sono sicuro lo avrà la cittadinanza tutta.
Dei lavoratori concittadini hanno scritto “Fossano non deve morire”.
Questa sera, proprio in un momento difficile come questo, dobbiamo dimostrare il valore e l’orgoglio della nostra Città. Dimostrare che siamo uniti, che siamo concreti, ma soprattutto che Fossano non molla!”
Davide Sordella