I deputati albesi di Scelta Civica Giovanni Monchiero e Mariano Rabino intervengono replicando alle recenti dichiarazioni dell’europarlamentare Alberto Cirio relative ai “fondi Crosetto”.
«Alcune precisazioni riguardo l’ultima trovata dell’amico Alberto Cirio, maestro della comunicazione creativa che tanto va di moda ai giorni nostri.
1) La cancellazione dei residui passivi cui non corrisponde un adeguato impiego è un obbligo di legge, non un atto di discrezionalità politica. Tutti gli Enti sono tenuti a ripulire la propria contabilità da queste somme non correttamente impegnate, e altrettanto – ogni anno – fa lo Stato.
2) I “fondi Crosetto” non erano stanziamenti veri e propri, ma consistevano in una sorta di autorizzazione a contrarre mutui agli enti destinatari del beneficio. Un esercizio pratico di quella contabilità “virtuale” praticata dal ministro Tremonti sino a condurre l’Italia sull’orlo della insolvibilità.
3) Non risulta che l’amministrazione Provinciale di Cuneo, incaricata della realizzazione delle opere, abbia mai contratto i mutui, condizione necessaria per accedere al “finanziamento”. Su questo dettaglio abbiamo chiesto conferma a Giuseppe Rossetto che conosce, meglio di chiunque, l’evoluzione della vicenda. Avrebbe potuto rinfrescarsi la memoria anche Alberto Cirio, a lui legato da solida e antica consuetudine politica.
4) Che i “fondi Crosetto” non fossero concretamente accessibili era già ben chiaro nel 2012 alle amministrazioni interessate, che concordarono di inserire le opere tra quelle “accessorie” al completamento della Asti- Cuneo e come tali poste a carico del concessionario.
5) Nel frattempo, con l’art.5 della legge 12.9.2014, 133, è stata individuata una diversa procedura di finanziamento dell’opera, procedura attualmente al vaglio della Comunità Europea.
Da questi brevi richiami ai fatti si dovrebbe dedurre che la visibilità riservata all’argomento si fonda su una “non notizia” in quanto si riferisce ad atti contabili – assolutamente ineludibili – effettuati due anni fa, che non hanno in alcun modo precluso la realizzazione di opere sino ad allora mai avviate. Nessuno all’epoca manifestò il minimo stupore, anche perché tutti ci stiamo adoperando concordemente nel cercare di portare a conclusione la storia infinita dell’autostrada. Che è già abbastanza dolorosa di suo, senza che ci si debba stracciare le vesti sul nulla».
Giovanni Monchiero
Mariano Rabino