Per la sezione #INTERSCAMBI, della Stagione” I PUNTIDANZA 2015 – 16″ della Fondazione Egri per la Danza, va in scena al teatro Toselli di Cuneo, il 21 Novembre alle ore 21, uno spettacolo composto da tre balletti, di tre compagnie diverse, che spaziano dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, passando per Torino: “BEYOND WATER BORDERS”con la Compagnia EgriBiancoDanza, “FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO”, con la Compagnia opsite A.C. Megakles Ballet, dalla Sicilia, e “CORPO IN FRANCESE E’ SEMPRE PLURALE” della Compagnia ospite TiDA – Thèatre danse, dalla Valle D’Aosta.
La Città di Cuneo e il Teatro Toselli, ogni anno, proprio grazie alla Stagione dei I PUNTIDANZA, e in particolar modo proprio attraverso la sezione #INTERSCAMBI, che si occupa di mantenere attivi gli scambi culturali con compagnie italiane e straniere, accolgono compagnie e spettacoli provenienti da diverse parti d’Italia, ma anche dal mondo, coma accadde nelle scorse stagioni, con compagnie provenienti dalla Spagnola e dall’Ungheria.
INFORMAZIONI
Biglietti: interi 15 euro, ridotti 12 euro
Prenotazioni: 366 4308040 – [email protected], www.egridanza.com;
Luogo: Teatro Toselli, in via Toselli – CUNEO
BEYOND WATER BORDERS
Ideazione e coreografia: Raphael Bianco
Assistente alla coreografia: Elena Rolla
Musiche: Mozart, Janacek, Strauss, Smetana, Bartok, Kodaly
Danzatori: Elisa Bertoli, Maela Boltri, Vanessa, Franke,
Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Matteo Ravelli
Da sempre i fiumi hanno diviso ma anche unificato paesi, creato comunicazione tra culture. In “Beyond water borders” il mix sonoro raccoglie e assembla alcune delle piùimportanti opere di grandi compositori dell’area mitteleuropea, su cui spicca il genio incontrastato di W.A. Mozart. Una sorta di “fiume sonoro”che come il Danubio attraversa aree geografiche che sono state teatro di disagio e laceranti conflitti, ma anche culla di progresso e avanzamento della civiltàper l’intera Europa. “Beyond water borders” èun inno divertito alla pace tra i popoli, che trascende ogni confine ed ogni limite etnico, alla ricerca di un’origine comune al di làdi ogni eterogeneità, “navigando”sulle note di opere fondamentali per la cultura musicale recente e passata, per suggellare un cammino comune di popoli.
FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO
Coreografia e Regia Salvatore Romania e Laura Odierna
Danzatori Salvatore Romania e Valeria Ferrante
Musicista (live) Carlo Cattano (sax e flauti)
Disegno Luci Antonio Alario
Produzione: Compagnia A.C Megakles Ballet di Laura Odierna e Salvatore Romania
La performance affronta la dialettica Io/Noi, perché ogni volta che siamo in relazione con l’altro, mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non annullarci nell’altro. Vogliamo essere con l’altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui quell’esserci e non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa. Perché l’amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non esistessimo come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l’altro e metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare all’altro fuso simbioticamente con noi. L’amore non è possesso, perché il possesso non tende al “bene dell’altro” né alla lealtà verso l’altro, ma solo al mantenimento della relazione che, lungi dal garantire la felicità, che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di sicurezza.
Laura Odierna e Salvatore Romania
Una produzione MEGAKLES BALLET
CORPO IN FRANCESE E’ SEMPRE PLURALE
Ideazione ed interpretazione: Marco Chenevier
Coreografia: Marco Chenevier
Direttore di palco: Andrea Sangiorgi
Produzione: TiDA – théâtre danse con il sostegno del MIBAC – Ministero dei beni e delle attività culturali e dell’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Valle d’Aosta
“Corpo in francese è sempre plurale”è un lavoro che parte dall’osservazione ironica e naif del fatto che la parola “corpo”in francese presenti la “s”, anche se usata al singolare: “corps”. L’origine latina del termine, “corpus”, viene forse dimenticata, per essere auto-intrappolata in una dimensione di pluralitàdel corpo non del tutto compresa.
Pluralità perché in eterno divenire, in uno scorrere continuo del tempo e dello spazio; pluralità del pubblico che, non in solitudine, ma nella sua dimensione di “moltitudine”si incontra nel teatro; pluralità per la dimensione transpersonale anelata e persa nella nostra società“ di massa”, si, ma così solitaria.
L’interprete si presenta così nella sua solitudine, al pubblico, mettendo ancora una volta in crisi il sistema spettacolare preconcetto per cui il palco diventa, volente o nolente, una cattedra o un pulpito paternale.
In una comunicazione semplice e diretta con il pubblico il danzatore mette a disposizione il suo corpo, o meglio, i suoi corpi, per attraversare diversi stati d’animo e diverse riflessioni intorno al ruolo dell’arte e della danza, saltando da un rock ad una sonata di Bach, da una poesia ad uno scherzo clownesco, per constatare forse che, la pluralità, non èche la percezione di un tutt’uno.
c.s.