Riceviamo e pubblichiamo direttamente dalla sezione di Alba di “Italia Nostra” la nota stampa a firma del presidente Sergio Susenna: argomento, il Ddl sul contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato.
Da qualche tempo è in corso un dibattito sui contenuti del recente disegno di legge nazionale “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”. Nella provincia cuneese hanno destato particolare interesse le rispettive prese di posizione della Confindustria di Cuneo, dell’ANPCI (Associazione nazionale piccoli Comuni italiani), dell’ANCE Cuneo e del Presidente dell’Associazione sindaci del Roero contro tale provvedimento legislativo.
Invece è favorevole quella del “Forum dei movimenti per la terra e il paesaggio”.
Il disegno di legge in questione (che è all’esame in prima lettura delle Commissioni riunite ambiente e agricoltura della Camera dei deputati) è volto al divieto di ulteriore utilizzo di suolo per nuove, espansive edificazioni, semmai favorendo il recupero di edificate aree dismesse e la riconversione degli immobili in disuso. Il pronunciamento contrario a tali obiettivi, da parte degli organismi succitati, viene motivato dal timore di una paralisi pressoché totale dell’attività edilizia e di un conseguente effetto riduttivo degli introiti dal settore nei bilanci dei Comuni, oltre all’eventuale compromissione del rilancio economico e dell’occupazione.
Com’è noto, “Italia Nostra” è principalmente favorevole a quei provvedimenti governativi o regionali che tendano a politiche territoriali per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente; oppure, recentemente ha preso posizione contro due articoli del d. d. l. “Madia” sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che si ritengono deleteri in materia di beni culturali, paesaggio ed ambiente (gli artt. nn. 3 e 7, ovvero il “silenzio-assenso”, la soppressione del Corpo Forestale dello Stato). Invece su quanto prevede il d. d. l. “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” questa Sezione albese riconosce la validità di principio di un provvedimento legislativo che tende ad affrontare una situazione messa a nudo dalla crisi: l’enorme presenza di uno stock edilizio invenduto, la vasta estensione di aree compromesse da fabbricati in disuso od abbandonati, la necessità di favorire il recupero, non l’ulteriore proliferazione di nuove costruzioni.
Nel 2014, dopo quasi nove anni di crisi, il comparto nazionale del cemento è sceso sotto la quota dei 20 milioni di tonnellate consumate. Nella provincia cuneese circa il 40% dei capannoni industriali o commerciali risulta in disuso od in vendita. D’altra parte, alcuni provvedimenti straordinari per il territorio delle Langhe e del Roero (la determinazione delle aree vincolate dalla Legge n. 431 “Galasso” del 1985, nel 2014 il riconoscimento concesso dall’UNESCO quale “Patrimonio mondiale dell’Umanità” in diverse zone) richiedono specifica attenzione alla tutela ed alla corretta valorizzazione del paesaggio e dei beni ambientali. In ogni modo, non è perpetrabile, né sostenibile un modello di sviluppo che comporti ulteriormente il consumo od il detrimento del suolo agricolo oppure che non prefiguri la salvaguardia del territorio quale effettiva risorsa socioeconomica.
Senza voler compromettere il comparto dell’edilizia, neppure le troppo ridotte risorse dei Comuni, questa Sezione di “Italia Nostra” ritiene che vada perlopiù favorito un orientamento del settore delle costruzioni al recupero del considerevole patrimonio esistente, alla riqualificazione delle periferie urbane, alle riconversioni strutturali laddove necessarie e compatibili, al miglioramento degli impianti per i servizi pubblici, alla manutenzione ed alla valorizzazione dei beni ambientali. I parametri previsti dal d. d. l. in questione per la tutela dei suoli agricoli vanno applicati al più presto e non eventualmente stravolti da drastici interventi locali o da altri provvedimenti normativi. Nella pianificazione territoriale in atto, oppure localmente prevedibile, se ne tenga conto con effettiva sensibilità.
Distinti saluti.
Il Presidente
(Sergio Susenna)