La notte del 22 luglio scorso, verso le quattro, alcuni abitanti di Cervasca udirono degli spari e preoccupati avvertirono il numero d’emergenza 112. Sul posto la Centrale Operativa inviò due gazzelle del Radiomobile della Compagnia di Cuneo e, sin da subito, apparve chiaro ai militari che in via Pavese di Cervasca si era verificata, poco prima, una sparatoria.
Vi erano infatti tracce di sangue sull’asfalto ed i carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo, intervenuti di lì a poco per eseguire i rilievi tecnici, repertarono anche 7 bossoli 7,65 ed un proiettile integro dello stesso calibro.
Qualche ora più tardi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cuneo si presentava un 30enne albanese, disoccupato e pregiudicato, residente a Caraglio, ferito da un colpo di pistola ad una gamba. Il giovane, immediatamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per estrarre il proiettile, restava poi ricoverato per alcuni giorni e, sulla dinamica del suo ferimento, rendeva dichiarazioni non attendibili e pertanto inutili per le indagini.
Rilevata la gravità dell’episodio (uso di armi da fuoco in luogo pubblico che avrebbe potuto avere anche conseguenze gravi per eventuali passanti), gli inquirenti percorrevano altre piste investigative controllando le frequentazioni e le attività del ferito.
La vicenda nei giorni scorsi è stata chiarita dai Carabinieri del Reparto Operativo e della Compagnia di Cuneo sin dall’inizio seguiti e coordinati dai magistrati della Procura di Cuneo.
L’attività investigativa dei militari dell’Arma è consistita essenzialmente in :
raccogliere le deposizioni di numerosi testimoni nell’immediatezza del fatto e nei giorni seguenti;
eseguire i rilievi tecnici e l’ispezione dei luoghi, in seguito anche con un perito nominato dai P.M. per ricostruire con chiarezza la dinamica della sparatoria;
svolgere pedinamenti, attività tecnica ed intercettazioni telefoniche protrattesi per alcuni mesi a carico degli indagati e dei loro fiancheggiatori.
L’analisi e soprattutto la comparazione dei molti elementi raccolti ha permesso ai magistrati della Procura, una volta elaborata una probabile dinamica della sparatoria, di ottenere alcuni provvedimenti coercitivi, in particolare:
A Boves, in un ristorante-pizzeria del luogo, è stato arrestato un pizzaiolo 35enne calabrese, uno dei due partecipanti alla sparatoria, il quale, sotto il sedile della sua auto, nascondeva una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65, carica e perfettamente funzionante, risultata compendio di furto in abitazione perpetrato a Busca alcuni mesi prima. Il pizzaiolo è stato arrestato in flagranza del reato di porto e detenzione illegale di arma da sparo e relativo munizionamento e ricettazione. Poi, interrogato subito dopo dai Pubblici Ministeri alla presenza del suo legale, ha ammesso il proprio coinvolgimento nella sparatoria di Cervasca mostrando anche una ferita da arma da fuoco all’addome, che si sarebbe curato da solo a casa, risalente alla notte della sparatoria avuta. Per lui è quindi scattata anche l’accusa di tentato omicidio ed è ora rinchiuso nel carcere di Cuneo; il suo arresto è stato convalidato. L’arma è stata sequestrata e su di essa saranno disposti ulteriori accertamenti balistici dalla Procura di Cuneo.
A Caraglio è stato rintracciato e sottoposto a Fermo, poi convalidato, per tentato omicidio il 30enne albanese, il quale avrebbe sparato per primo, venendo poi colpito alla gamba.
Presso l’Aeroporto di Levaldigi, dove prestava servizio, è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ad un 30enne vigile del fuoco cuneese per i reati di rapina e lesioni personali da lui commessi la notte del 17 ottobre scorso nel piazzale antistante una discoteca di Borgo San Dalmazzo. Quella notte, come è emerso dalle indagini, il pompiere ed altri suoi due complici indagati a piede libero per gli stessi reati, malmenarono uno studente 25enne cuneese portandogli via un orologio di marca ed altri beni per un valore complessivo di 2mila euro. La vittima, a causa delle percosse ricevute, finì anche in ospedale ma inizialmente non denunciò l’accaduto ai carabinieri che però scoprirono tutto perché il vigile del fuoco aveva avuto un ruolo anche nella sparatoria di Cervasca ed era monitorato. Quella notte infatti, subito dopo la sparatoria, aveva aiutato il 30enne albanese a sbarazzarsi della pistola con cui aveva sparato. Per questo il vigile del fuoco, attualmente in carcere a Cuneo, è ora indagato anche per i reati di porto e detenzione illegale di armi e munizioni. All’atto dell’arresto, in macchina aveva anche un coltello lungo 33 centimetri ed un noccoliere il cui porto è vietato che sono stati sequestrati.
Per l’episodio di Cervasca ci sono poi altre 6 persone indagate a piede libero, a vario titolo, per il reato di favoreggiamento perché avevano cercato di coprire i due partecipanti alla sparatoria.
Dalle indagini dei carabinieri è emerso che il grave episodio delittuoso, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, è da ricondursi a questioni relative allo spaccio di sostanze stupefacenti.
c.s.