Cosa pensano i musulmani dell’Isis? Come hanno reagito di fronte agli ultimi, drammatici fatti? E’ cambiato il comportamento della gente nei loro confronti? Sono domande che ognuno di noi si è posto dopo gli attentati di Parigi. Noi abbiamo fatto una chiacchierata con il presidente dell’Associazione comunità islamica di Cuneo, Ahmed Sahbani, per capire come la comunità musulmana sta vivendo questo difficile momento.
“E’ un momento drammatico per tutti noi, perché come cittadini di fede islamica abbiamo assistito all’oltraggio della nostra fede da parte di gente barbara, senza Dio e senza umanità – spiega Sahbani –. Noi come comunità islamica cuneese abbiamo espresso la nostra ferma, netta e decisa condanna attraverso un comunicato stampa“.
Come vi spiegate questi comportamenti?
“Non c’è spiegazione. Nulla nella nostra fede potrà mai giustificare il massacro in nome di Dio: non si può uccidere in nome di Dio, è una cosa sbagliatissima. La nostra fede richiama il valore della pace, il saluto dei musulmani quando si incontrano è ‘la pace sia con voi’, nell’Islam c’è la sacralità della vita umana. L’insegnamento del corano dice che chi uccide una sola persona è come se avesse ucciso l’intero genere umano e chi salva una vita è come se avesse salvato l’intero genere umano“.
Da musulmano, cosa pensa dell’Isis?
“Che questa gente non c’entra niente con l’Islam. Sono comportamenti che non capiamo. Si tratta di ragazzi giovani a cui hanno fatto il lavaggio del cervello per portarli a compiere quegli atti. Uccidono tutti i giorni, ma non distinguono tra cristiano o musulmano; al teatro di Parigi abbiamo visto come siano stati uccisi anche tanti musulmani: loro uccidono e basta, è quello il loro scopo, senza distinzione“.
Come vivete questa tendenza per cui spesso il musulmano viene identificato come un terrorista?
“Noi siamo disponibili a parlare e a dialogare per fare capire meglio cos’è l’Islam. Come comunità musulmana siamo qui da anni a portare progetti di dialogo. Nei prossimi giorni sono in programma delle preghiere, venerdì ci sarà una manifestazione insieme ad altre associazioni. Noi vogliamo farci conoscere, vogliamo confrontarci con altre culture e con altre religioni“.
Notate una certa diffidenza da parte della gente negli ultimi giorni?
“No, non noto diffidenza nei nostri confronti, almeno a Cuneo. Qui noi siamo molto ben integrati e lavoriamo per riuscire ad esserlo ancora di più. I nostri figli sono nati qui e si sentono italiani al cento per cento. Lavoriamo nella direzione dell’integrazione“.
GDS