La Polizia di Stato di Cuneo (Squadra Mobile – I Sezione Catturandi) ha ottenuto un nuovo importante risultato nella ricerca e nella cattura dei soggetti condannati in via definitiva che devono espiare la pena.
Nel fine settimana appena trascorso, infatti, gli investigatori, dopo una laboriosa attività di accertamento e appostamento, hanno tratto in arresto un trentasettenne cittadino della Mauritania che deve ancora espiare la pena di 2 anni e 7 mesi di reclusione per reati in materia di stupefacenti.
Il soggetto era stato condannato, in via definitiva, alla pena di 6 anni di reclusione; dopo aver usufruito dei benefici dell’indulto che gli aveva condonato tre anni di pena, era stato espulso dall’Italia, con il divieto di farvi ritorno.
L’uomo nonostante il divieto, aveva da poco fatto rientro in Italia, usando un nome e una nazionalità falsa, indicando come domicilio l’abitazione della sorella, in provincia di Cuneo.
I controlli dell’Ufficio Immigrazione della Questura hanno messo in luce la vicenda ed è scattata la segnalazione all’Autorità Giudiziaria che, come previsto dalla legge, ha ripristinato l’ordine di carcerazione per la parte di pena residua da scontare.
A questo punto, gli investigatori della Squadra Mobile, con pazienza e determinazione, hanno rintracciato il condannato, nonostante questi fosse spesso lontano dal cuneese per recarsi a Torino: una volta certi dell’identità dell’uomo i poliziotti lo hanno condotto presso la Casa Circondariale di Cuneo per scontare la pena prevista.
Un altro positivo risultato, conseguito dalla Squadra Mobile di Cuneo (III Sezione – Reati contro il patrimonio e la P.A.), è stato quello di denunciare un cittadino italiano, un quarantaquattrenne cuneese, che aveva falsamente denunciato alla Polizia di Stato di essere stato vittima di furto.
Il soggetto, infatti, qualche giorno fa, aveva raccontato ai poliziotti dell’Ufficio denunce di essere giunto in città a bordo della propria auto e di averla parcheggiata nel piazzale antistante la Prefettura per poi dirigersi negli uffici comunali per conoscerne gli orari di apertura al pubblico.
Purtroppo, sempre secondo quanto affermato in denuncia, quando era tornato in auto si era reso conto che qualcuno aveva rovistato all’interno della macchina e si era impossessato di un borsello che conteneva, oltre ad alcuni effetti personali, la somma contante di euro 400, ricevuta dal datore di lavoro.
Per risalire agli autori del furto, il personale della Squadra Mobile visionava le telecamere di Via Roma e di Piazza Torino, ma non si trovava traccia né dell’auto parcheggiata né del passaggio del denunciante verso il palazzo comunale.
I poliziotti, vista l’incongruenza del racconto, convocavano nuovamente in ufficio l’uomo e gli rivolgevano dettagliate domande sugli orari e sul percorso effettuato e, insieme a lui, lo ripercorrevano.
Il denunciante confermava il racconto: gli investigatori della Squadra Mobile gli contestavano, quindi, quanto accertato dalla visione delle telecamere.
Dopo qualche esitazione e un iniziale tentativo di confermare la versione già fornita, l’uomo ammetteva di aver inscenato il furto a causa di una situazione economica disastrosa, dovuta anche a debiti di gioco.
Dopo la compilazione degli atti, colui che all’inizio sembrava essere la vittima di un grave episodio criminoso, veniva indagato in stato di libertà per aver commesso il delitto di simulazione di reato.
Il Questore di Cuneo, dr. Giovanni PEPE’ commenta: “Va senza dubbio sottolineata la professionalità e la sagacia degli investigatori della Squadra Mobile che, in entrambi gli episodi, hanno conseguito un ottimo risultato operativo”.