The Pitcher è una mostra a tema, ideata e realizzata in occasione della project-room 2 di Colli indipendent art gallery.
Franco Ariaudo, in linea con le ricerche precedenti, ha voluto esplorare l’ambiguità di uno specifico gesto umano: il lancio. Per farlo ha scelto di collocarlo all’intersezione di discipline, approcci e punti di vista differenti. È, in modo particolare, sul limite tra sport e rivolta che tale gestualità acquista la più profonda indeterminatezza. Ariaudo, tuttavia, preferisce non mostrare le semplici affinità formali che corrono tra il lanciatore-atleta e il lanciatore rivoltoso, si adopera, invece, affinché ne traspaia la comune radice fisiologica. Depurando e decontestualizzando l’azione, riducendo l’oggetto del lancio a pura forma, l’artista mostra come un unico movimento, in contesti differenti, possa caricarsi di significati anche diametralmente opposti. La polarità sport-rivolta trova, perciò, il punto di equilibrio nell’analisi anatomica del gesto, nell’esame attento della sua logica interna e del suo svolgimento temporale.
Per sviluppare al meglio questo progetto di “depurazione” e “astrazione”, Ariaudo ha creato un gruppo di lavoro con competenze specifiche, coinvolgendo, oltre al curatore Fabio Cafagna, già interessato ai rapporti tra arte e scienza, anche l’illustratore Marco Fanuli, specializzato nel disegno anatomico, l’allenatore e lanciatore di baseball Ramon Rodríguez Fernández, il registra Claudio Malpede e il fotografo Francesco Del Conte. Il team di lavoro, così costituito, rappresenta quel centro di diramazione e scambio di competenze e idee che, nella pratica artistica di Ariaudo, è carattere portante di ogni lavoro.
Al fondo della sala, al piano superiore, il video Ramon è uno strano tutorial (Per vedere il video “Ramon”: https://vimeo.com/145839870 password: ramon). Girato nel centro sportivo di softball e baseball del comune di Boves (Cuneo), mostra il lanciatore Ramon Rodríguez Fernández alla prova con bizzarri oggetti di lancio, solidi di legno dalle forme pure: una sfera, un ellissoide, un cubo, un cilindro e un parallelepipedo. Ramon ci spiega come impugnarli e ci racconta, da esperto, come ne affronterebbe il lancio per ottenere la massima potenza e la minima resistenza dell’aria. Gli stessi solidi di legno trovano posto nello spazio della galleria. Il piccolo assemblaggio Senza titolo è pensato in forma di ordinato kit, piccolo cassetto nel quale gli oggetti sono momentaneamente riposti, e contrasta con le sculture effimere che, nel video, prendono casualmente forma ai piedi di Ramon, accanto alla pedana di lancio.
Pitcher Grips, esposta sempre al piano superiore, è una sequenza di quindici tavole anatomiche nelle quali a essere indagate nel dettaglio sono le prese ( grips) proposte dall’allenatore Ramon. La mano e l’avambraccio sono progressivamente “asciugati”, mettendone in evidenza prima la muscolatura superficiale e poi quella profonda. Le illustrazioni, rielaborate a partire da sequenze fotografiche, mostrano un corpo ridotto alla sua essenza, in un processo simile a quello che ha coinvolto gli oggetti del lancio.
Al piano inferiore, la grande fotografia The revolution will not be televised, il cui titolo è tratto da una nota canzone di Gill Scott-Heron, poeta e musicista statunitense, celebra l’impossibilità di esibire l’essenza dell’atto di ribellione, non solo in termini mediatici, ma anche di semplice condivisione pubblica. La fotografia, inoltre, svela quale sia la forma reale dei solidi lignei (sasso, uovo di vernice, sampietrino, molotov, mattone), mostrandoli allo spettatore, tuttavia, soltanto nel momento successivo al lancio, e dunque in forma di resti e impronte. Il bersaglio, un anonimo muro della periferia torinese, esprime proprio come la canzone di Scott-Heron, l’impossibilità di creare una narrazione.
Come gli oggetti della rivolta sono sostanzialmente negati alla vista, così l’artista e la sua opera non sono presenti nel libro Del lancio, ultimo capitolo della mostra. Il volume, che ha coinvolto esperti di differenti discipline (storia dell’arte, cinema, letteratura, sport), racconta la storia di lanci e lanciatori dal Barocco all’età contemporanea. L’artista vi prende parte come curatore e autore, mai come contenuto della trattazione. Ancora una volta, il vero soggetto è da ricercare tra le righe, tra la descrizione di un dipinto e l’analisi di un gesto sportivo.
cs