Auguri non retorici, per concludere un anno che, pur nella sua complessità, per il mondo delle PMI cuneesi è stato nel segno del binomio svolta-rilancio.
Così la Confapi provinciale cuneese rinnova ai soci e al mondo imprenditoriale in generale il proprio arrivederci ai primissimi giorni del 2016, anno che potrebbe essere decisivo, anche sulla base degli indicatori emersi dal Sole 24 Ore, per tornare a fare della Granda l’anello forte e trainante di una ripresa regionale e più complessiva tutt’altro che scontata e ancora da scrivere.
“I numeri possono senz’altro aiutare, ma vanno accompagnati da azioni pratiche in grado di tradurli nell’economia reale e nelle attese concrete delle famiglie produttrici e consumatrici – commentano il Presidente Pierantonio Invernizzi e il Vice Giuseppe Rossetto, con l’altro dirigente Luciano Piovano e il Direttore Adelio Rinaudo – La fase conclusiva del 2015 ha evidenziato una ripartenza della domanda a beneficio di vari settori di impresa della nostra provincia, il 2016 ci dirà se la tendenza sarà stabilizzata, e per quanto ci compete daremo il nostro contributo, sindacale, di servizi e di proposte, in questa direzione”. Il 2015 è stato l’anno del battesimo della nuova e funzionale Sede in via Vecchia di Cuneo a Borgo San Dalmazzo, e del lancio di una prima tranche di azioni innovative per coinvolgere e rafforzare la base associativa, che sta evidenziando una crescita numerica e di qualità con nuove adesioni: “Nella nuova casa delle PMI trovano spazio idoneo gli eventi formativi e quelli a carattere divulgativo convegnistico, che nell’anno in conclusione hanno riguardato in particolare i temi dei costi della formazione, del marketing applicato a nuovi mercati e della trasparenza finanziaria e fiscale contro i rischi dell’anatocismo e dei costi occulti che gravano in particolar modo sui mercati interni sottraendo a PMI e famiglie fiducia e risorse fondamentali per investimenti e consumi”.
Fra le proposte formulate sul piano della piattaforma politico sindacale, “una bozza di modifica migliorativa della legge in discussione sul consumo del suolo, per consentire quegli ampliamenti ai siti produttivi già esistenti, essenziali a permettere la continuità e il consolidamento delle attività economiche sul territorio, in un giusto equilibrio fra le necessità di riutilizzo degli spazi in disuso, che condividiamo, e quelle, non meno importanti, di sostegno allo sviluppo delle realtà attive in grado di crescere ancora localmente”, concludono i dirigenti di categoria.