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Infestazioni di Popilia Japonica e Cimice asiatica: Mino Taricco presenta una risoluzione

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Il deputato Pd Mino Taricco con i colleghi Lavagno, Romanini, Carra, Dal Moro, Olivero, Tentori, Zanin e Prina ha presentato una risoluzione in Commissione per orientare il Governo ad affrontare il problema delle emergenze fitosanitarie sempre più dilaganti in Italia e Piemonte.

 

Nel mese di luglio era già stata rivolta al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali un’interrogazione per capire come s’intendesse affrontare il pericolo del parassita Popilia Japonica, il coleottero che mangia le radici delle piante e attacca specie vegetali, coltivate o spontanee, di cui moltissime di forte interesse economico, come mais, vite, pomodoro, nocciolo, meli, piccoli frutti. Le sue larve mangiano le radici sottoterra e, se numerose, possono far sparire interi prati, tanto che nella normativa fitosanitaria l’insetto è inserito fra gli organismi di quarantena, di cui deve essere vietata l’introduzione e la diffusione nel territorio dell’Unione Europea.
Ora, alla già critica situazione causata della Popilia Japonica, si aggiunge la comparsa, in un’area compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, ed anche in Piemonte, di un altro insetto di origine asiatica: la cimice Halyomorpha halys, dalla quale nessuna coltura sembra immune, a causa della sua polifagia e per l’assenza di antagonisti naturali.

 

Specifica Taricco: «Il Piemonte, con l’Emilia-Romagna, regioni a fortissima vocazione frutticola, sono tra le prime regioni a riscontrare una presenza preoccupante della cimice: individuata nell’agosto 2013 nei pescheti, è aumentata e ha danneggiato molte colture, come frutta fresca e secca, ortaggi e seminativi, mais e soia. Inizialmente, questa specie non ha provocato problemi particolari, ad esclusione del disturbo arrecato per la tendenza degli soggetti adulti a riunirsi, per svernare, all’interno di abitazioni e fabbricati. Dopo soli due anni però, si sono iniziati a riscontrare danni significativi, rappresentati da malformazioni dei frutti provocati dalle punture, su svariate colture ed in particolare sul pero. Nell’ultima campagna, le malformazioni sui frutti, in alcuni casi, hanno raggiunto il 50% della produzione totale. La cimice inoltre sta purtroppo dimostrando una elevatissima capacità di adattamento al nostro ambiente».

 

A sua volta, la Popilia Japonica è stata accertata nel corso del 2014 in Italia ed in particolare in Lombardia, dove è stata rinvenuta e identificata nel territorio del Parco del Ticino, mentre in Piemonte nel Novarese, proprio lungo la sponda piemontese del Ticino. Nel 2015 le attività di monitoraggio attivate in Lombardia e Piemonte hanno evidenziato una sua crescita esponenziale, le catture nel corso del 2015 hanno conteggiato in Lombardia 1 milione di insetti, in Piemonte circa 10 milioni, con una forte presenza di larve nei terreni campionati. Il trend di incremento dell’insetto fa prevedere, per il 2016, una crescita ulteriore con diffusione dei danni e gravi conseguenze anche per le aziende vivaistiche delle zone infestate. Ovvio che la preoccupazione sia forte anche a livello generale, in quanto non si esclude il rischio di diffusione del coleottero nel resto dell’Unione Europea.

 

I coltivatori sono chiaramente in apprensione: la globalizzazione dei parassiti costringe a fare i conti con specie originarie dell’Asia o delle Americhe, per le quali il nostro ambiente non è preparato e non ha predatori naturali. Per questo, il Comitato Fitosanitario Nazionale nella seduta del 28/09/2015 ha preso atto dei livelli di dannosità e di pericolosità e ha espresso parere favorevole affinché si rafforzino le informazioni tra le regioni. È indispensabile che tutte le componenti del sistema agricolo italiano agiscano per bloccare la diffusione di queste specie e per sviluppare strategie di lotta che contengano entro limiti sostenibili la presenza di Popilia japonica e di Halyomorpha halys nel nostro ecosistema.

 

«È necessario – sottolinea il deputato Taricco – che la ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche di monitoraggio e prevenzione ad ampio raggio, tutelino campi e coltivazioni da queste nuove specie aggressive, in tempi utili a preservare raccolti e frutti. Così, abbiamo richiesto al Governo di attivare le iniziative necessarie per gestire le emergenze fitosanitarie e assumere il coordinamento delle ricerche e delle azioni di monitoraggio. Sono necessarie adeguate risorse per potenziare gli interventi di monitoraggio, controllo e lotta fitosanitaria nelle regioni interessate, così da evitare che l’emergenza si allarghi alle regioni limitrofe e all’intero Paese. È poi indispensabile implementare, sia sotto il profilo finanziario che tecnico-organizzativo, i programmi di ricerca su entrambi i parassiti e sperimentare adeguati metodi di controllo o di integrazione all’utilizzo di prodotti chimici per gestire la fase successiva alla comparsa ed all’insediamento degli insetti».

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