Martedì sera 5 gennaio, all’Auditorium Borelli, gremito, è continuato il successo dell’appuntamento ormai fisso della vigilia dell’epifania, la «Vijò beuvesana e piemunteìsa», a cura della Pro Loco in collaborazione con la Famija bovesana: letture, poesie, memorie, musica e canzoni, cultura tradizionale locale.
Si è arrivati alla sedicesima edizione, che fa diciassette con la prima, atipica, organizzata, «Tra Natale e Capodanno», dal suo ideatore, Giulio Chiapasco, poi Presidente della Famija, insieme al poeta e musicista cittadino Pierino Vallauri, storico direttore della Corale.
Sono stati invitati alcuni dei più bei nomi del settore, dallo studioso spinettese Giudo Musso, «Barba Guido», attento presentatore, impeccabile, capace di collegare con eleganza i vari momenti.
Ha introdotto la pittrice e poetessa cuneese Candida Rabbia (ancora simpatica «Befana piemunteisa», a raccontar storia di «Griet» su un mancato sacrestano), la monregalese Giancarla Prato (con le sue opere semplici, spontanee, eleganti, nella «parlata» di Mondovì), lo scrittore e giornalista Adriano Cavallo, Driano ‘d Caval (che ha fatto, rievocando ricordi d’infanzia, veemente appello in difesa dai valori tradizionali, anche in occasione delle festività natalizie, «a moda veja»), il carmagnolese Attilio Rossi, pluripremiato (vincitore anche al recente «’Ltò Almanach» di Primalpe, organizzatore di simili iniziative nella sua città, che ha letto cinque raffinate e spiritose poesie), il bovesano Italo Giubergia (memoria storica, efficace come non mai nel ricordare storica, notissima, figura locale, arrivata oltre la novantina con entusiasmo giovanile, passando dalla filanda alla cassa di un negozio)…
La colonna sonora, vivace, importantissima nella serata, è stata offerta da giovani (dimostrazione che l’iniziativa sa guardare al futuro).
Protagonisti sono stati i «Folkswagen» di Filippo Ansaldi (direttore della cittadina Banda «Silvio Pellico»), che includeva, per l’occasione, anche il fontanellese Nicolò Bottasso, con repertorio locale, della Valle Varaita, per arrivare sin Oltralpe ed alle isole inglesi, seguendo ritmi dalle radici celtiche sin oltre le soglie del jazz, e Michela Pellegrino, vero «fenomeno» musicale della Valle Colla, in costante crescita, capace di aggiungere poesia ai tipici brani proposti, affiancata dalla promettentissima Cecilia Lazzari e dal suo diletto coro frazionale, di «Santiago» (di cui ha raccontato la nascita, importante per contribuire a continuare a far vivere la montagna bovesana)…
Rincrescimento di «Barba Guido» è stato espresso per la chiusura, a fine anno, di Telegranda, e del suo programma in piemontese. Suo omaggio è arrivato allo scomparso studioso e scrittore Vittorio Fenocchio, Tòjo Fnoj.
Il presidente della Famija, Renato Civallero, con quello della Pro-loco, Giovanni Baudino, come ormai tradizione, ha aperto la serata con due barzellette, dopo il saluto veloce del Sindaco.
Nelle prime file era un caratteristico, simpatico, autentico, «Befano» bovesano…
Come sempre si è terminato con l’inno occitano provenzale «Si chanto» e con quello bovesano «Nate ‘d Boves», prima di rinfresco con piatto principale il «bagnetto verde»…
L’appuntamento, che si spera di rispettare, è già stato dato per l’anno prossimo…