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Bruno Vespa ospite della Fondazione Mirafiore. LA FOTOGALLERY| Il giornalista ha raccontato 20 anni di Porta a Porta. Intervenuti anche Angelo Gaja e il ministro Martina

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E’ stata inaugurata sabato sera, presso l’auditorium della Fondazione E. di Mirafiore di Serralunga d’Alba, la nuova stagione dei Laboratori di Resistenza Permanente.

Un’inaugurazione con il botto, perchè a tenere a battesimo il nuovo, fortunato programma di incontri, è stato il noto giornalista Bruno Vespa, prima professore in cattedra raccontando i vent’anni del suo “Porta a Porta” tra ricordi, riflessioni e gustosi aneddoti, quindi arguto moderatore di un confronto tra il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e l’imprenditore Angelo Gaja sul tema “Il futuro dell’agricoltura vitivinicola di qualità”. 

 

«Bruno Vespa l’ho corteggiato a lungo, ed oggi sono felice di averlo tra noi – ha affermato visibilmente soddisfatto il padrone di casa Oscar Farinetti – perchè lo considero il più grande professionista che abbiamo oggi in televisione».

E Bruno Vespa non si è fatto pregare, raccontando di come una trasmissione nata per durare solo qualche mese, sia arrivata a spegnere le venti candeline sulla torta, passando attraverso una vera rivoluzione che ha visto i talk show politici lievitare dai tre settimanali agli attuali venti, una vera rivoluzione che ha avuto in Berlusconi il grande artefice (“Un tempo i politici non avevano il senso della divulgazione. Ad eccezione di Andreotti, Pannella e Pajetta erano improponibili i confronti in diretta. Berlinguer, poi, affermando di «non voler rovinare quarant’anni di carriera per un aggettivo sbagliato» si è sempre rifiutato di andare in diretta”). Una condizione completamente mutata con l’avvento del Cavaliere, che con la sua scesa in campo «…ha sdoganato il modo di fare comunicazione, perchè essendo sempre stato un grande venditore, conosceva meglio di chiunque altro l’italiano medio, perchè lo conosceva nei consumi, lo conosceva nei gusti, lo conosceva nel portafoglio e nelle aspirazioni». Nel corso dell’incontro c’è stato spazio per considerazioni personali «Mi reputo fortunato perchè grazie al mio lavoro ho potuto vivere in prima linea e di conseguenza raccontare i grandi cambiamenti che hanno fatto storia, a livello politico, culturale e di costume» qualche rimpianto «…quello di non essere mai riuscito a intervistare Giorgio Almirante», molti ricordi intensi «…quando venne rapito Aldo Moro lo sgomento era tanto perchè tutti noi lo reputavamo intoccabile. Era plausibile che si potesse attentare alla vita del Papa, non era immaginabile che qualcuno potesse rapire Aldo Moro» e una arguta risposta a chi gli chiedeva se non avesse mai tentennato davanti alle avances di Berlusconi «…io sono un uomo della Rai fino al midollo. Sicuramente il mio rifiuto a Berlusconi ha fatto il suo bene quale uomo politico, perchè io ero l’unico giornalista moderato nel panorama televisivo italiano».

Tra i prossimi appuntamenti con i Laboratori di Resistenza, si segnala il 23 gennaio alle 18.30 la lectio magistralis del ministro Giuliano Poletti dal titolo “Il lavoro, dall’invenzione del fuoco all’invenzione di Internet”,  Michele Santoro il 29 gennaio con l’incontro dal titolo “Il talk è morto; e la politica è viva?” e il giornalista Franco Di Mare che inaugurerà il mese di febbraio, venerdì 5, con la lectio magistralis dal titolo “Il teorema del babà”.

 

Fabio Magliano

Foto: Alice Ferrero Image

 

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