Nella seduta di ieri, martedì 19 gennaio, il Consiglio piemontese di Palazzo Lascaris ha dato l’ok, in seconda lettura e all’unanimità, alla modifica statutaria che sostituisce, nella Carta fondamentale della Regione, le Comunità Montane con le Unioni Montane e le Forme Associative Comunali. Attraverso il provvedimento, già approvato in prima lettura lo scorso 11 novembre, si stabilisce che, nella legislazione piemontese, non ci sono più le Comunità Montane.
In particolare, l’articolo 1 della norma modifica il comma 2 dell’articolo 3 dello Statuto, identificando nelle Unioni Montane e nelle Forme Associative Comunali, oltre alle Province e ai Comuni, i destinatari della collaborazione istituzionale finalizzata a realizzare un sistema coordinato delle Autonomie locali.
L’articolo 2 sostituisce il comma 2 dell’articolo 4 dello Statuto individuando la necessità del raccordo tra gli strumenti di programmazione della Regione, delle Province, dei Comuni, delle Unioni Montane e delle Forme Associative Comunali.
L’articolo 3, che modifica il comma 2 dell’articolo 8 dello Statuto, ribadisce la specificità dei territori montani e collinari, indicati come i destinatari di specifiche politiche di intervento e identifica nelle Forme Associative Montane e Collinari il modello ottimale di gestione delle stesse misure di sostegno.
Infine, l’articolo 4 prende il posto dell’articolo 97 dello Statuto, affermando il ruolo della Regione quale promotrice dei rapporti con i Comuni, le Province, le Unioni Montane e le Forme Associative Comunali.