Attraverso la formula del talk-show si è svolto a Carrù, nella Sala convegni della Banca Alpi Marittime, presenti oltre cento persone tra amministratori pubblici, operatori del settore e cittadini, l’incontro organizzato da Coldiretti Cuneo-Donne Impresa con tema “La nuova Legge sull’Agricoltura sociale”.
Il provvedimento, approvato dal Parlamento in via definitiva nell’agosto 2015, ha in serbo numerose opportunità di sviluppo per l’agricoltura legate, però, nel contempo, al miglioramento delle condizioni di vita sociale dell’intera comunità. Come l’inserimento nelle aziende di persone svantaggiate e, poi, non solo più la produzione agroalimentare, ma servizi a favore della popolazione tra cui l’assistenza ai bambini piccoli e agli anziani soli e prestazioni terapeutiche con l’utilizzo di animali e la coltivazione di piante Il tutto realizzato attraverso la collaborazione tra pubblico e privato e le multifunzioni svolte dalle imprese del comparto, con l’obiettivo di creare gli strumenti per mantenere vivo il territorio: soprattutto quello delle zone considerate più marginali che sono anche le maggiori. Dai dati Coldiretti, infatti, in Italia, il 93% delle aree è definito rurale o debolmente urbano e degli 8000 Comuni di cui è costituita la nazione solo 105 hanno più di 60.000 abitanti. In Piemonte solo 4 su 1202 hanno più di 60.000 residenti e tra i 50 Comuni più urbanizzati d’Italia c’è unicamente Torino, mentre fra i 50 più rurali, rispetto al resto del Paese, se ne contano ben 35.
I saluti introduttivi dell’iniziativa li hanno portati il presidente della Banca Alpi Marittime, Giovanni Cappa, il sindaco di Carrù, Stefania Ieriti, e la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Cuneo, Silvia Viazzi. Dopo si è entrati nel vivo delle riflessioni, moderate dal direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano La prima parte dell’incontro ha avuto caratteristiche più tecniche. In realtà in Italia, e in particolare nella provincia “Granda”, l’agricoltura sociale ha già nel proprio bagaglio molte esperienze concrete. In particolare, proprio con partner Coldiretti. La Legge, di cui entro qualche mese verranno resi noti i decreti attuativi, ha raccolto i suggerimenti degli operatori e definito i paletti delle attività possibili. Per il docente dell’Università di Pisa, Francesco Di Iacovo, “il provvedimento ha riconosciuto in modo ufficiale la socialità dell’agricoltura. Non contrapponendo i due settori, ma valorizzando le risorse di entrambi a favore di tutti gli italiani. Ora la parte difficile del gioco è cambiare la routine operativa dei vari attori”. Livio Tesio, direttore del Consorzio Socio Assistenziale Monviso Solidale (58 Comuni, 170.000 abitanti) ha sottolineato come il provvedimento abbia creato un humus culturale che fa bene a tutti.
Maurizio Bergia, presidente della Cooperativa sociale “I tesori della Terra” di Cervasca, produttrice di yogurt biologico, ha ricordato che da 15 anni la loro azienda si occupa di agricoltura sociale. Aggiungendo: “Con la Legge non solo si fanno stare meglio le persone inserite, ma la società risparmia anche dei soldi evitando, per loro, dei costosi trattamenti terapeutici. Si crea un amalgama capace di portare un arricchimento reciproco”. L’agritata, Valentina Dutto, di Carrù, ha deciso di seguire tre bambini (uno di 10 mesi, uno di 16 e uno di 2 anni) innanzitutto perché nutre affetto per i piccoli e, poi, in quanto la scelta le ha permesso di rimanere nell’azienda dei genitori, creando un’integrazione al reddito. Il responsabile Agricoltura Sociale di Coldiretti Cuneo, Marcello Cavallo, dopo aver spiegato le tante opportunità per le imprese ha detto che l’organizzazione è disponibile, attraverso i suoi uffici, a fornire tutte le informazioni in modo dettagliato.
La seconda parte dell’incontro ha avuto come protagonisti i politici. “Se non creiamo un nuovo modello di welfare – ha detto il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, che ci ha messo molto impegno nel concludere l’iter del provvedimento, fermo in Parlamento da quasi sette anni – non riusciamo a dare un futuro agli imprenditori agricoli e sociali, favorendo lo sviluppo di entrambi i settori. Quindi, serve una maggiore responsabilità delle aziende. Da parte nostra dobbiamo evitare che aumenti la burocrazia, già soffocante, mantenendo, però, i controlli e la qualità delle produzioni. Ma l’agricoltura sociale può garantire un reddito nelle aree marginali. Questa è la scommessa. E nessuno dei due comparti deve prevalere sull’altro. Bisogna progettare insieme e mettere il proprio lavoro al servizio della comunità”.
Per l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero: “Nel Psr 2014-2020 ci sono due misure dedicate all’agricoltura sociale. Però, dobbiamo parlarci di più ed essere molto attenti nelle verifiche dei progetti quando si presentano e, dopo, quando sono stati realizzati”.
Le conclusioni le ha tratte la presidente regionale e provinciale di Coldiretti, Delia Revelli. “La Legge – ha affermato – è un buon punto di partenza. Lavoriamo uniti per costruire il bene del nostro territorio”.