“Cerco di farmi forza, ma c’è grande amarezza, perché la trovo una cosa assolutamente assurda“. Non si dà pace Michelina Coraglia, ormai ex sindaco del Comune di Montaldo Roero, decaduta come primo cittadino per una sentenza della Cassazione che l’ha condannata, insieme al marito, a 3 anni e 5 mesi per una vicenda di 10 anni fa.
“Una causa di lavoro – spiega la Coraglia –. E’ stata una forma di aiuto ad una persona rumena: la moglie era a casa nostra, faceva la baby sitter ai nostri figli, era trattata come una di famiglia“.
Così l’ex sindaco e suo marito assunsero il rumeno, che aveva il permesso di soggiorno in scadenza e che propose di pagarsi i contributi. Ma non lo fece ed anzi denunciò per estorsione Michelina Coraglia e suo marito. “L’udienza ci fu molto prima che mi candidassi a sindaco, e fummo assolti. Non pensavamo che andasse a finire così. La Cassazione ci ha condannati e la trovo una cosa ingiusta. Innanzitutto non siamo stati sentiti, poi i giudici non ci hanno capiti per niente. Con la legge Severino, essendo la pena superiore ai due anni, c’è la decadenza immediata e così mi ritrovo a perdere il posto da sindaco“.
Oltre all’amarezza per una condanna considerata ingiusta, all’ex primo cittadino di Montaldo Roero non va giù il fatto di essere costretta a lasciare il ruolo di amministratrice per una vicenda che non ha nulla a che fare con il suo operato come sindaco: “Lo trovo assurdo – dice la Coraglia – perché mi sono data da fare per tirare su il paese, in neanche due anni ho fatto passi da gigante. Ho portato più di un milione di euro per la scuola, per sistemare il campo sportivo, per le strade“.
A sostituirla alla guida del Comune sarà il suo vice, Fulvio Coraglia. “Ma io ci sarò sempre per la mia squadra – aggiunge -. Se avranno bisogno di un consiglio o di supporto, io glielo darò esternamente. Eravamo già un ottimo team prima, questo episodio ci ha uniti ancora di più. Loro mi hanno capito, come anche i cittadini. Non me l’aspettavo, ma in questi giorni ho avuto davvero tanti gesti di solidarietà. Essendo un Comune piccolo, c’è un certo tipo di rapporto con le persone: il vice sindaco e la mia squadra porteranno avanti quello che avevamo iniziato insieme, ma ovviamente mi spiace non esserci più in prima persona anche per questo. Ma sono felice perché i cittadini hanno capito che se ho fatto uno sbaglio, perché per la giustizia l’ho fatto, è stato fatto a fin di bene, per permettere ad una famiglia di coronare il proprio sogno“.
GDS