Home Brevi del Piemonte Taglio dei piccoli comuni, Mino Taricco dice “no”

Taglio dei piccoli comuni, Mino Taricco dice “no”

0
307

«Ciclicamente torna ad emergere l’idea di risolvere i problemi e le difficoltà legate alla dimensione e alla dispersione dei piccoli comuni dei nostri territori (il Piemonte ha 1206 comuni e la provincia di Cuneo 250), attraverso la fusione con soglie minime (che variano nel tempo) di abitanti.

 

 

Secondo dati Istat del 2015, su 8.003 comuni italiani, ben 5.579 comuni sono inferiori a 5.000 abitanti, vale a dire quasi il 70% per cento. A livello nazionale, la percentuale degli abitanti residenti in piccoli comuni è pari al 16,56% dell’intera popolazione. Questo dato rende evidente tra l’altro il progressivo concentrarsi della popolazione nelle aree urbane e l’enorme diversità nella densità di distribuzione dei residenti sul territorio.

 

Per affrontare la necessità di una diversa organizzazione, negli ultimi anni, tutte le forme di associazioni tra comuni sono state fortemente incentivate, così come le fusioni stesse, da ultimo con la stessa legge n. 56 del 2014, la cosiddetta legge Delrio e con la Legge di Stabilità 2016 che ha aumentato a 30 milioni i fondi incentivanti per le Unioni e ha aumentato i contributi per le fusioni, ampliandolo nel 2016 al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010. Il contributo straordinario è assicurato alle fusioni di Comuni realizzate negli anni 2012 e successivi, inoltre le Unioni di Comuni non sono soggette al pareggio di bilancio, come in precedenza non erano tenute al rispetto dei vincoli del patto di stabilità e avevano agevolazioni significative rispetto ad assunzioni a tempo indeterminato.

 

Il perseguimento della razionalizzazione dei servizi e delle funzioni dei comuni, unito al controllo e alla riduzione della spesa, deve comunque essere oggetto di attento e continuo monitoraggio, affinché sia l’istituzione di Unioni, sia le fusioni portino effettivamente a riduzione di burocrazia e semplificazione di funzionamento, oltreché ad un reale risparmio nei conti pubblici. Va verificato che non finiscano soltanto per cancellare l’autonomia e magari i nomi delle singole comunità, causando un affievolimento della loro identità e delle loro tradizioni storiche e culturali».

NESSUN COMMENTO