La notte del 1° febbraio dello scorso anno carabinieri e Vigili del Fuoco intervennero presso una sala giochi nel centro storico di Cuneo. Le fiamme, di chiara origine dolosa in quanto appiccate simultaneamente in più punti, avevano distrutto buona parte dei locali e decine tra slot machine e videopoker installati all’interno.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cuneo avviarono subito le indagini su quell’incendio doloso, coordinati del P.M. Dr.ssa Giulia COLANGELI. Sin dall’inizio però, quello che sembrava essere un vero e proprio atto intimidatorio in grande stile verso i titolari della sala giochi da ricondursi al racket delle estorsioni, altro non era che un incendio appiccato da loro stessi.
L’attività investigativa dei militari dell’Arma – protrattasi per alcuni mesi con la raccolta delle deposizioni di alcuni testimoni, analisi tabulati telefonici, consulenze tecniche dei periti ed intercettazioni telefoniche – ha infatti dimostrato con chiarezza che i due conviventi torinesi 30enni (lui con precedenti di polizia per reati contro la persona ed armi mentre lei per favoreggiamento dell’immigrazione) titolari di quella sala giochi erano stati proprio loro a dargli fuoco per dissapori con la società romagnola proprietaria delle macchinette installate all’interno.
Inoltre la coppia, come è emerso poi dalle indagini, una decina di giorni prima di appiccare l’incendio avevano anche tentato di impossessarsi di 13mila euro contenuti nelle slot machine manomettendole, senza però riuscirci perché un tecnico della ditta romagnola proprietaria dei giochi se ne era accorto e per questo venne anche pesantemente minacciato di stare zitto.
Ora a loro carico il P.M., sulla scorta degli accertamenti svolti dai carabinieri di Cuneo che hanno fatto piena luce sulla vicenda, ha emesso un provvedimento di “Avviso di Conclusione della Indagini Preliminare”, atto procedimentale che prelude alla eventuale richiesta del loro successivo “Rinvio a Giudizio” per i reati di concorso in incendio doloso, tentato furto aggravato e solo per l’uomo anche per minaccia aggravata.
c.s.