Le imprese straniere sono una risorsa significativa per l’economia del nostro territorio. Con 3.984 aziende e un tasso di crescita del 5,6%, il più elevato a livello regionale, per l’84% costituite da ditte individuali, rappresentano il 5,7% della consistenza del registro imprese.
Oltre un terzo opera nel comparto costruzioni e anche in questo ambito si registra un lieve sviluppo della base imprenditoriale immigrata (+1,1%), in controtendenza rispetto alle evidenti difficoltà del settore.
In base ai dati del Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo, a fine dicembre 2015 le imprese straniere1 con sede legale sul territorio provinciale sono 3.984, caratterizzate da una dinamicità che si riflette nel tasso di crescita annuale del 5,6%.
L’incidenza percentuale delle aziende guidate da stranieri all’interno del sistema economico cuneese, pari al 5,7%, riveste un peso inferiore rispetto a quanto si osserva a livello regionale, dove la quota è pari al 9,2%.
“L’imprenditoria immigrata è una realtà sempre più significativa e molto dinamica, il cui potenziale di crescita, sviluppo e integrazione è spesso sottovalutato. Oggi i dati estratti dal Registro Imprese, con 3.984 imprese iscritte a fine dicembre 2015, ci documentano un’imprenditoria straniera divenuta risorsa e tassello prezioso nell’economia provinciale, cresciuta progressivamente negli ultimi anni, in controtendenza con la dinamica delle imprese complessivamente registrate – sottolinea il presidente Ferruccio Dardanello -. Spetta al sistema delle istituzioni, in tavoli condivisi dove ciascuno possa portare le proprie competenze, promuovere politiche di valorizzazione e sostegno dei progetti imprenditoriali capaci di attrarre immigrazione qualificata a elevato potenziale di crescita, che possano riverberare positivi risultati sulle economie territoriali”.
Il principale carattere distintivo dell’imprenditoria straniera è stata, negli ultimi anni, la più intensa vivacità rispetto a quanto rilevato per le imprese cuneesi complessivamente considerate, grazie a un numero di iscrizioni che si è sempre mantenuto superiore alle cessazioni. Focalizzando l’attenzione sull’anno 2015 si rileva come, a fronte di 599 iscrizioni, si siano registrate, infatti, solo 383 cessazioni (valutate al netto di quelle d’ufficio), dando luogo a un saldo positivo per 216 unità e a un tasso di crescita del +5,6%, in controtendenza rispetto alla dinamica manifesta dal sistema imprenditoriale cuneese valutato nel suo complesso (-0,18%).
L’analisi dei flussi rivela, inoltre, come il tasso di crescita complessivo sia scaturito da un dinamismo sostenuto sia sul fronte della natalità (+15,6%), che della mortalità (+10,0%), in entrambe i casi superiori ari rispettivi tassi calcolati per il totale delle imprese cuneesi (pari, rispettivamente al +5,2% e +5,3%).ù
Oltre un terzo delle imprese guidate da immigrati svolge la propria attività nel comparto delle costruzioni che, nel corso del 2015, ha manifestato uno sviluppo, se pur lieve, della rispettiva base imprenditoriale (+1,1%), in controtendenza rispetto alle evidenti difficoltà che hanno continuato ad accompagnare il settore a livello complessivo provinciale. Le attività commerciali accolgono poco meno di un quarto delle quasi 4mila aziende a conduzione straniera, registrando uno sviluppo del +7,4% rispetto al 2014. Tra gli altri principali settori di specializzazione si trovano le attività manifatturiere, quelle agricole e, infine, i servizi di alloggio e ristorazione.
L’84% circa delle imprese straniere cuneesi è costituito nella forma di ditta individuale, quota di gran lunga superiore a quella osservata all’interno del tessuto imprenditoriale provinciale valutato nel suo insieme (64% circa). Le società di persone e le società di capitale rappresentano, invece, solo il 9% e il 5% delle aziende a prevalente conduzione straniera, quote che salgono rispettivamente al 23% e all’11% nell’analisi complessiva. Simile è, invece, nei due aggregati la rilevanza delle altre forme, pari al 2% circa delle imprese straniere della provincia.
Analizzando i dati relativi alla natimortalità di queste imprese in base alla forma giuridica, emerge come le imprese individuali evidenzino i tassi di natalità e mortalità più elevati: il tasso di crescita totale che ne deriva è, comunque, positivo e pari al +5,8%. Le società di capitale e le altre forme manifestano, invece, un’intensa vivacità sul fronte della natalità, cui si contrappongono i tassi di mortalità più contenuti: sono, infatti, proprio queste due classi di natura giuridica a registrare le crescita più sostenute, pari rispettivamente al +11,3% e +11,8%. Il tasso di mortalità registrato per le società di persone appare, infine, più elevato rispetto al corrispondente tasso di natalità, dando luogo, per queste imprese, a un tasso di crescita del -0,3%.