Le immagini della Bra di una volta, quella dove il “pasch” di piazza Carlo Alberto e l’infilata piazza XX Settembre e corso Garibaldi erano bordati unicamente dagli edifici storici dell’Odeon e del teatro Politeama: animate l’una dalle parate o dal passeggio dei militari di stanza nelle vicine caserme, l’altra dalle grida di chi portava al mercato quanto prodotto in cascina.
Sono on line, pubblicate sulle pagine della biblioteca civica del sito web ufficiale del Comune di Bra (all’indirizzo www.comune.bra.cn.it) o sul profilo Flickr dell’amministrazione comunale della città della Zizzola (comunebra), le foto dell’archivio fotografico raccolto negli anni dalla biblioteca civica, un prezioso fondo che racconta per immagini la Bra d’inizio Novecento, quella del Ventennio fascista e del periodo a cavallo tra le due guerre mondiali, custodite presso la sala di storia locale della struttura di via Guala e pubblicate a suo tempo nei volumi “Bra, immagini nel tempo”.
In circa cinquecento foto, scattate nei primi anni del ventesimo secolo, l’occhio attento dei fotografi dell’epoca ha raccontato i lavori per l’installazione del basamento, poi la realizzazione e infine la cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato a san Giuseppe Cottolengo, che campeggia nella centralissima piazza Caduti per la libertà. Allo stesso modo, sono narrati per immagini gli spensierati momenti trascorsi da tanti braidesi presso la Colonia marina di Laigueglia o le presenze alle partecipate cerimonie religiose e civili che si sono svolte sotto la Zizzola.
Una Bra raccontata per immagini anche attraverso scene di ordinaria vita quotidiana: al lavoro nelle concerie che dominavano il paesaggio dell’Oltreferrovia, ma anche pronti a fare festa nei cortili, dove improvvisate piste da ballo contendevano le aie alle trebbiatrici, al termine delle lunghe e faticose giornate di raccolto del grano. Una Bra sportiva, con la passione per le due ruote e per il pallone da calcio a prevalere su ogni altra passione, ma anche uno straordinario spaccato su di un “come eravamo” nel tempo in cui furono edificati interi quartieri della città, tra speranze per un nuovo secolo appena iniziato e i piccoli-grandi accadimenti della vita di ogni giorno.
(rg)