Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha presentato oggi i dati della 177ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.
La rilevazione è stata condotta nei primi mesi del 2016 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2015, e ha coinvolto 1.201 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 94.083 addetti e un valore pari a circa 47 miliardi di euro di fatturato.
Negli ultimi tre mesi del 2015 l’industria manifatturiera piemontese ha continuato a manifestare segnali incoraggianti, pur non evidenziando un trend di crescita sostenuta.
L’incremento produttivo registrato rispetto allo stesso periodo del 2014, pari al +1,0%, fa seguito alla sostanziale stabilità evidenziata nel I e nel III trimestre (rispettivamente -0,4% e +0,1%) e alla crescita registrata nel II trimestre dell’anno (+2,2%).
Considerando complessivamente l’andamento dell’intero 2015 emerge come la produzione dell’industria manifatturiera piemontese abbia realizzato una variazione tendenziale media annua pari a +0,7%.
“Il 2015 si è chiuso con un dato positivo per la nostra industria manifatturiera, che vede il segno ‘più’ in quasi tutti i settori e le province – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello -. La ripresa, però, è ancora troppo debole, e l’attuale situazione internazionale, con un’instabilità delle borse senza precedenti, il prezzo del petrolio che continua a scendere e il rallentamento del mercato cinese, insieme al rischio deflazione che il nostro Paese sta attraversando, non ci regala segnali confortanti. È quindi più che mai necessario uno sforzo coeso di tutti gli attori economici e istituzionali in direzione di politiche volte a un rilancio degli investimenti e della domanda interna. In un contesto così fragile, le Camere di commercio ribadiscono il loro contributo fondamentale a sostegno dell’imprenditorialità, nell’auspicio che non venga svilito dalla riforma in atto”.
“È confortante che gli ultimi mesi del 2015 si siano chiusi con un bilancio positivo, dopo le preoccupazioni del trimestre precedente – ha commentato Gianfranco Carbonato, Presidente di Confindustria Piemonte -. Erano abbastanza incoraggianti anche le indicazioni sull’evoluzione del clima di fiducia che avevamo raccolto nella nostra indagine previsiva di fine anno. Guardando ai prossimi mesi, tuttavia, non possiamo nasconderci come siano aumentati i fattori di rischio che possono compromettere una ripresa ancora embrionale: dalla eccessiva volatilità dei mercati finanziari, agli incerti corsi petroliferi, alla contrazione del mercato cinese, alla crescente fragilità dell’Europa. Sul fronte interno, preoccupa soprattutto la perdurante debolezza degli investimenti che, dopo qualche segnale di inversione, sono tornati su un profilo piuttosto piatto”.
“In questo quadro di lenta ripresa congiunturale – afferma Dario Prunotto, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit -, si colloca il piano industriale del nostro Gruppo. Un piano che definirei ambizioso e, al tempo stesso, serio e rigoroso, basato su cambiamenti strutturali e che guarda alla crescita. Il Piano Industriale di UniCredit è stato presentato alla fine dell’anno scorso al mercato e ora è pronto per essere realizzato anche nei territori in cui storicamente la Banca opera, con il Piemonte in testa. Saremo fortemente focalizzati sulla crescita, proponendoci di riattivare il ciclo del credito proprio nei territori di riferimento, quale il Piemonte. Il nostro obiettivo è infatti di erogare 100 miliardi di euro di nuova finanza nel prossimo triennio in Italia, a famiglie e imprese. Di questi, ben 11 miliardi di euro saranno destinati al Piemonte, di cui 3,5 per le famiglie e 7,5 per le imprese. UniCredit si propone di accompagnare nei prossimi tre anni 30 mila piccole e medie imprese, di cui 3000 piemontesi, sui mercati esteri. In questi anni appena trascorsi, anche tra le difficoltà, non è mai venuto meno il nostro sostegno a un’economia che sta ritrovando, in maniera lenta ma costante, la via della ripresa. Ne sono testimonianza il miliardo e 700 milioni di euro di nuovo credito a famiglie e Pmi piemontesi che abbiamo erogato nel corso del 2015. Un dato già di per sé particolarmente rilevante, perché superiore di oltre il 30% rispetto all’anno precedente e pari al doppio del 2013”.
“In Piemonte, nel 2015, abbiamo supportato la ripresa con oltre 2,5 miliardi di crediti a medio e lungo termine. L’impegno a sostegno di famiglie e imprese continuerà anche nell’anno in corso. In questa fase, infatti, è fondamentale alimentare il clima di fiducia e stimolare la ripresa degli investimenti. È importante che famiglie e imprese riconoscano nel sistema bancario solidità e protezione – evidenzia Cristina Balbo, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo -. Sicurezza che Intesa Sanpaolo, forte di un patrimonio tra i più alti in Europa, è certamente in grado di garantire. Il nostro contributo non sarà solo finanziario. Promuoveremo ulteriori iniziative di formazione su temi qualificanti, come innovazione e internazionalizzazione, e programmi dedicati ai settori trainanti della nostra economia. Abbiamo recentemente firmato un accordo con il Ministero delle Politiche Agricole che prevede un plafond di 6 miliardi in tre anni e si pone l’obiettivo di creare 70.000 nuovi posti di lavoro in Italia. Con il supporto delle associazioni di categoria faciliteremo dunque l’accesso al credito per le imprese agroalimentari, un settore che può ambire a importanti sviluppi grazie anche a Expo Milano 2015 e alla crescente richiesta di Made in Italy nel mondo, pari a quasi 90 miliardi di euro. Nell’immobiliare, a Torino, sono già operative le prime agenzie di intermediazione della Banca, che ci consentono di essere sempre più un consulente a tutto tondo per il cliente, in grado di gestire anche gli aspetti più ‘insidiosi’ della compravendita e di offrire servizi collaterali importanti per la ristrutturazione e l’arredo attraverso i migliori specialisti del settore”.
Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa, emerge come, per quanto riguarda il periodo ottobre-dicembre 2015, le performance meno brillanti a livello produttivo abbiano caratterizzato le imprese micro (-1,6%) e le imprese di maggiori dimensione (-1,1%). Decisamente migliori, invece, i risultati delle imprese comprese nella fascia 10-49 addetti (+3,1%) e 50-249 addetti (+2,7%).
Nel IV trimestre dell’anno l’incremento della produzione industriale si associa ai risultati positivi realizzati da tutti gli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi interni sono cresciuti di mezzo punto percentuale rispetto al periodo ottobre-dicembre 2014, a conferma della tenuta del mercato domestico, e anche gli ordinativi esteri hanno continuato a manifestare un andamento positivo (+4,3%). Il fatturato totale ha registrato uno sviluppo dell’1,1%, con un ritmo di crescita doppio per la componente estera (+2,5%). Anche il grado di utilizzo degli impianti si è riportato su livelli superiori, passando dal 61,6% del IV trimestre 2014 al 64,3% del periodo ottobre-dicembre 2015.
Nel periodo in esame, l’aumento dei livelli produttivi ha interessato quasi tutti i principali settori di attività economica. Le industrie chimiche e delle materie plastiche hanno realizzato la performance migliore (+2,9%), seguite dalle industrie tessili e dell’abbigliamento (+2,7%) e da quelle dei metalli (+1,9%). In crescita, anche se in misura minore rispetto alla media regionale, anche l’industria alimentare e quella dei mezzi di trasporto, entrambe con una variazione della produzione industriale dello +0,8% rispetto al IV trimestre 2014. Le industrie elettriche ed elettroniche hanno realizzato una performance debolmente positiva (+0,6%), mentre le industrie meccaniche e le altre industrie hanno manifestato una sostanziale stabilità dei livelli produttivi. È risultata negativa, invece, la variazione tendenziale della produzione industriale delle industrie del legno e del mobile (-1,5%).
Entrando nel dettaglio di uno dei settori principali della manifattura piemontese, quello dei mezzi di trasporto, si riscontra come a fronte di una importante flessione vissuta nella produzione di autoveicoli (-7,6%) si sia, invece, registrato un incremento dell’output prodotto dalle industrie della componentistica autoveicolare (+1,8%) e da quelle dell’aerospaziale (+6,7%).
A livello territoriale si rileva una crescita della produzione industriale per la maggior parte delle province piemontesi, mentre per i restanti territori la flessione risulta comunque di modesta entità.
L’andamento più convincente appartiene ancora una volta al cuneese che, nel IV trimestre 2015, ha manifestato una crescita tendenziale della produzione pari a 3,6 punti percentuale.
Novara ha incrementato l’output prodotto del 2,6% rispetto al IV trimestre del 2014, seguita da Asti con una variazione tendenziale positiva del 2,4%. Con una crescita superiore alla media regionale troviamo anche Alessandria, che ha sviluppato la produzione di un punto e mezzo. Sostanzialmente stabili le dinamiche evidenziate dal Verbano Cusio Ossola (+0,3%), Vercelli (+0,1%) e Torino (-0,2%).
Il risultato meno brillante appartiene al territorio biellese, dove la produzione industriale ha registrato una flessione dello 0,8%.