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Alba dice “no” all’invio di militari italiani in zone di guerra

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Un Ordine del Giorno per chiedere al Governo di non inviare circa 500 militari italiani a proteggere i lavori della ditta Trevi sulla diga di Mosul, in Iraq, è stato approvato durante il Consiglio comunale di Alba, martedì 1 marzo nella sala “Teodoro Bubbio” del Palazzo comunale.

Il documento presentato dai consiglieri Leopoldo Foglino e Silvana Molina è passato con i voti della maggioranza e del Movimento 5 Stelle e l’astensione dell’opposizione. Chiede al Governo “di rifiutare il coinvolgimento in qualsiasi azione bellica; di recedere dall’inviare militari a Mosul; di definire con la Comunità internazionale e con il Governo locale la protezione dei lavoratori che saranno impegnati nella ristrutturazione della diga, con contingenti di caschi blu o unità di polizia irachena; e di promuovere l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione per la Pace e la difesa dei Diritti Umani”.

 

Secondo i consiglieri, “Il terrorismo va contrastato con operazioni di polizia internazionale sotto l’egida dell’ONU e con politiche che consentano a popolazioni in grave ritardo di sviluppo di vivere dignitosamente in un’economia equa, non con bombardamenti e truppe che si scontrano, uccidono altri innocenti e peggiorano la situazione dei residenti. DAESH utilizza la guerra per la sua folle propaganda. Fronteggiarli con le armi significa dar loro un riconoscimento di fatto e nuova forza alla loro propaganda. Creare un fronte di guerra sulla diga di Mosul espone quel territorio ad un rischio di distruzione molto elevato. La presenza di truppe straniere può aggravare la guerra già in atto sul territorio”.
Inoltre, “Decidere l’invio di truppe su uno dei fronti di guerra più caldi a difesa degli interessi di un’impresa italiana è una motivazione inaccettabile. La finalità dei terroristi è coinvolgerci nella loro guerra. La presenza militare italiana giustificherà DAESH nel ritenere il nostro Stato un nemico da combattere con l’arma del terrorismo facendo del nostro Paese e degli italiani un obiettivo dei loro attentati”.

 

«Vi ringrazio per questo Ordine del Giorno – ha detto il Sindaco Maurizio Marello – In questo documento l’aspetto più forte è l’appello alla pace e agli strumenti di pace. Sono tantissimi i conflitti nel mondo e sembra che l’unica soluzione sia la guerra e l’uso della forza. E’ importante invocare i valori della diplomazia e della pace. Il caos in nord Africa ci fa sentire davvero la mancanza di un ONU (ndr Organizzazione delle Nazioni Unite) autentico, sia per interventi di natura umanitaria, sia per intervento di pace». Il documento sarà inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, al Ministro della Difesa ed al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte.

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