Sono 98.621, rappresentano il 22,3% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte, nel 9,3% dei casi sono guidate da straniere, il 12,3% è amministrato da giovani imprenditrici e registrano, in termini di natimortalità, una dinamica migliore rispetto al tessuto produttivo considerato nel suo complesso: ecco le caratteristiche delle imprese femminili registrate nella nostra regione.
In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, nel 2015, a fronte della nascita di 7.443 imprese femminili, ne sono cessate 7.186 (al netto delle cancellazioni dufficio). Il saldo è risultato, quindi, positivo per 257 unità e ha dato luogo a un tasso di crescita del +0,3%, evidenziando una vivacità superiore rispetto al tessuto imprenditoriale nel suo complesso (tasso di crescita del -0,1%).
L’analisi dei flussi rivela, inoltre, come il tasso di crescita complessivo sia scaturito da un dinamismo sostenuto sia sul fronte della natalità (tasso di natalità pari al 7,5%), che della mortalità (7,3%), in entrambi i casi superiori ai rispettivi tassi calcolati per il totale delle imprese piemontesi (pari, rispettivamente al 5,9% e 6,0%).
L’imprenditoria femminile riveste un ruolo sempre crescente nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia e uno spirito d’iniziativa tali da far sì che la dinamica di crescita delle imprese in rosa sia migliore rispetto a quella delle imprese piemontesi nel loro complesso – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica da anni un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso tutte le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa.
Circa tre imprese femminili su dieci svolgono la propria attività nel settore del commercio, a cui seguono le attività agricole. Un’altra importante specializzazione delle aziende piemontesi guidate da donne riguarda le altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona (lavanderie, parrucchieri, etc.). È rilevante, inoltre, la numerosità delle imprese femminili che si occupa dei servizi di alloggio e ristorazione e di attività immobiliari.
Quanto alla dinamica esibita dai singoli comparti nel corso del 2015, si segnalano contrazioni degli stock per le attività commerciali (-0,5%) e agricole (-2,3%), a cui si sono contrapposte le espansioni registrate per le altre attività dei servizi (+2,2%), il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione (+3,0%) e quello immobiliare (+1,1%).
Il 68% circa delle imprese femminili assume la forma di ditta individuale, il 19% è una società di persone, una su dieci è una società di capitale. Le altre forme giuridiche, in cui trovano spazio le cooperative, rappresentano solo il 2% delle aziende piemontesi guidate da donne.
Tutte le forme giuridiche, ad eccezione delle società di persone (tasso di crescita pari al -2,5%), hanno registrato nel 2015 un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni. Il tasso di natalità più intenso è quello registrato dalle imprese individuali, che manifestano, tuttavia, anche la mortalità più elevata, da cui deriva un tasso di crescita del +0,3%. Le società di capitale evidenziano, invece, la mortalità più contenuta e il tasso di crescita migliore (+4,7%).
L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,5%) e Asti (23,3%). Quanto alla dinamica esibita nel 2015, i tassi di crescita più intensi sono quelli rilevati a Novara (+1,6%) e Vercelli (+1,0%).
Per ulteriori approfondimenti, è disponibile il report completo sul sito di Unioncamere Piemonte: www.pie.camcom.it/statistica/report.