“La ‘Marcia delle vacche’ di Carmagnola promossa dalla Cia è stata certamente una mobilitazione importante in un momento in cui tutta l’agricoltura piemontese vive una grave fase difficoltà e una crisi non risolvibile probabilmente in tempi brevi, che richiede un’azione strutturale nazionale e locale.
La crisi del settore zootecnico colpisce tutte le filiere, dal settore latte ai suini, alla carne. Per il latte, è del tutto evidente che i prezzi riconosciuti alla stalla sono calati drasticamente e non consentono unadeguata remunerazione del lavoro svolto dagli allevatori. Questo rappresenta un danno per le imprese e per i consumatori, all’interno di un sistema piemontese che ha fatto della qualità la sua firma e che non può accettare speculazioni nelle fasi intermedie della filiera, fatte di trasformazione e commercializzazione. In questo scenario, anche le imprese del territorio montano soffrono, colpite dall’aumento della tassazione, dalle difficoltà strutturali per la gestione del territorio, dalle norme non coerenti con le esigenze di chi vorrebbe insediarsi nelle Terre Alte creando nuove aziende agricole. Eppure, le imprese delle aree montane piemontesi resistono puntando proprio sulla qualità, su nuovi prodotti, su tradizioni e biodiversità. La montagna è per le forme del latte uno straordinario fronte di qualità. Che va protetto e valorizzato. Perchè difendendo le imprese e l’economia del territorio, si proteggono comunità, servizi, paesaggio, risorse naturali”.
Lo afferma il presidente Uncem Piemonte Lido Riba, al termine della manifestazione di Carmagnola alla quale nel pomeriggio di oggi, lunedì 7 marzo, hanno preso parte oltre mille allevatori insieme ai rappresentanti delle istituzioni e degli Enti locali.