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Enrico Costa ha incontrato i 38 sindaci dell’Unione montana Alta Langa

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Venerdì 11 marzo, nella sede di Bossolasco, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa, ha incontrato i 38 sindaci dell’Unione montana Alta Langa.

Qui di seguito la lettera che il presidente dell’Unione e sindaco di Cortemilia, Roberto Bodrito, ha letto e consegnato al ministro (in fondo trovate il link per vedere una breve videointervista al ministro Costa e una foto con tutti i sindaci dell’Unione montana Alta Langa).

 

«Signor ministro, mi preme in primo luogo ringraziarla per l’attenzione che ha voluto riservare al nostro territorio, accordandoci la sua presenza per ascoltare le preoccupazioni degli amministratori.
Desideriamo sottoporre alla sua attenzione alcune istanze territoriali, in quanto siamo certi che nella gestione del dicastero delle autonomie vorrà e saprà farsene carico con la serietà dell’impegno che da sempre ha caratterizzato il suo operato.

 

Il quadro costituzionale vigente a seguito della riforma del titolo V pone i Comuni, senza distinzioni, quali elementi fondanti la nostra Repubblica, tuttavia negli ultimi anni abbiamo assistito e subìto una progressiva azione di erosione dell’autonomia costituzionale, posta in essere con provvedimenti legislativi di rango ordinario, senza un disegno organico di riassetto del sistema delle autonomie e soprattutto in dispregio del ruolo delle Amministrazioni locali, vero governo del territorio.
Ci riferiamo espressamente a una serie di interventi legislativi e di disegni di legge che stanno mettendo profondamente in difficoltà il sistema locale delle autonomie, sia dal punto di vista istituzionale, finanziario e di gestione del territorio.

 

La nostra non vuol essere né lamentela né sterile polemica, ma piuttosto, nella coscienza che proprio in quanto “mattoni” fondamentali del nostro Paese abbiamo delle responsabilità cui certamente non vogliamo sottrarci, analisi critica di quanto non è stato proficuo e proposta per addivenire a soluzioni efficaci e condivise.
I temi che vogliamo sottoporLe attengono alle gestioni associate, alla proposta di legge sull’accorpamento dei Comuni, alla normativa sul pareggio di bilancio ed alla proposta di legge sul contenimento dell’uso del suolo.
In un quadro nazionale che ha visto il generale fallimento delle gestioni associate, pensiamo di poter dire che l’Alta Langa ha costruito un sistema “virtuoso”, ancora non del tutto operativo, ma del quale sono state poste saldamente le basi, un sistema che potremmo definire “misto”.

 

L’analisi delle competenze dei Comuni e il raffronto con le funzioni fondamentali ha evidenziato, già sul finire del 2012, la necessità di differenziare l’ambito territoriale dell’associazionismo e sono state pertanto costituite, anche se in attesa completa attuazione in ragione delle deroghe previste per legge, numerose convenzioni fra 5-6 Comuni per la gestione di quelle funzioni che richiedono una maggiore compenetrazione organizzativa. Le funzioni per le quali si è ritenuta maggiormente efficace una maggiore estensione territoriale (Polizia locale, Catasto, e Protezione civile) sono state stipulate con riferimento a quasi tutto il territorio della Comunità montana (35 Comuni con una popolazione di circa 15 mila abitanti).
L’esperienza maturata ci ha condotti, all’inizio del 2014, alla costituzione della nostra Unione, fra le prime a ottenere il riconoscimento dalla Regione Piemonte nel novembre 2014 , alla quale sono state conferite numerose funzioni ed attività.
Se lo scopo del legislatore è quella di una effimera e immediata riduzione di spesa, si badi bene, non di risparmio, allora non lo abbiamo ancora raggiunto.

 

Ma se lo scopo vero fosse quello di costruire un modello di gestione associata virtuosa in quanto congruente al territorio, rispettosa dell’autonomia, valore per altro costituzionalmente garantito, efficace nei risultati ed efficiente nell’azione, produttiva di risparmi veri, da valutare sul medio periodo, di costruire un’amministrazione locale adeguata al ruolo che deve svolgere, allora si, mi sento di dire che siamo sulla buona strada.
Ed è da qui che vorrei allargare il ragionamento facendo riferimento alla nostra responsabilità.

 

Il disegno di legge che giace in Parlamento che propone l’accorpamento forzoso dei Comuni con meno di 5.000 abitanti non può essere certamente portato avanti per tanti motivi, da quello della palese contrarietà alla Carta costituzionale, a quello che palesa una volontà di ignorare la storia del nostro Paese, in positivo dal Medioevo e in negativo nel Ventennio, a quello che non si può ipotizzare un rimedio (al generale fallimento delle gestioni associate a livello nazionale) peggiore del male.

 

A tale proposta di legge dobbiamo opporre un netto diniego, rappresentando al contrario la volontà di opporci con tutti gli strumenti del nostro ordinamento. Al contrario Le rappresentiamo, signor Ministro, la più ampia disponibilità per intraprendere un percorso condiviso, di confronto, nello spirito della leale collaborazione che deve caratterizzare il confronto interistituzionale, per addivenire all’individuazione di soluzioni che possano contemperare la necessità di contenimento della spesa pubblica e il rispetto dell’autonomia e dell’identità delle comunità locali.

 

Un altro elemento di difficoltà per le nostre Amministrazioni, oltre alla ben nota problematica relativa alla riduzione delle risorse derivanti dai trasferimenti erariali e in particolare al fondo di solidarietà comunale, è rappresentato dall’applicazione della normativa attinente il “pareggio” di bilancio che impedisce di fatto, l’applicazione dell’avanzo di amministrazione, reale e frutto di amministrazione parsimoniosa dei nostri Comuni.

 

L’impossibilità sostanziale di applicare l’avanzo, al di fuori dei noti limiti che variano da Ente a Ente soprattutto in relazione alla situazione dei mutui pregressi, rende di fatto impossibile prevedere investimenti, al cui cofinanziamento l’avanzo è prioritariamente destinato. Nel momento in cui si paleserà possibilità di partecipare ai bandi per l’utilizzo dei fondi europei piuttosto che altri contributi, se non potremo utilizzare l’avanzo per il cofinanziamento ci sarà concretamente preclusa la spesa di investimento a favore dei nostri territori. Le chiediamo pertanto di valutare la necessità di addivenire a una modifica di tale preclusione, rivedendo la norma nel senso di consentire l’applicazione dell’avanzo per il cofinanziamento delle spese di investimento allo scopo di non tarpare le ali alle nostre comunità.

 

Ancora vogliamo sottoporle la proposta di legge relativa al contenimento dell’uso del suolo, istanza assolutamente condivisibile ma che declinata in Alta Langa, determinerebbe il totale blocco delle possibilità edificatorie, già fortemente compromesse dalla geomorfologia del territorio, interessata da un generalizzato dissesto idrogelogico. Le nostre carte di sintesi della pericolosità geologica lasciano ben poco spazio alla possibilità di nuovi insediamenti edilizi, residenziali e produttivo. Si rende quindi necessaria una revisione del disegno di legge che introduca criteri di differenziazione territoriale nella disciplina di contenimento dell’uso del suolo, riconoscendo le peculiarità di ciascun territorio, senza disattendere la tutela dell’ambiente, della quale riconosciamo la natura prioritaria, ma che nello specifico dell’Alta Langa non necessità delle cautele ivi previste.

 

La ringraziamo per l’attenzione e il sostegno che vorrà accordarci e la saluto a nome di tutti e 38 sindaci dell’Unione montana Alta Langa».

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