Riceviamo e pubblichiamo. In vista dell’assemblea di UBI che si terrà a Bergamo il 2 aprile p.v., mi permetto di offrire alcune riflessioni.
– La governance la si definisca sulla base di linee programmatiche e non tenendo conto dei pesi azionari. Il contesto generale è complicato; chi si candida a governare lo faccia avendo una strategia dichiarata. I temi sul tavolo sono importanti e cruciali: la riorganizzazione del gruppo, il ruolo delle banche rete e i loro risultati, la banca unica, le possibili acquisizioni.
– I soci debbono essere coinvolti nelle scelte strategiche per evitare che “siano buoni” solo per gli aumenti di capitale.
– I territori su cui agisce il gruppo non sono un accidente della storia, ma sono la storia che non va dimenticata; perché la comunità locale è il luogo dove la banca assolve la sua missione.
– Ho letto con grande interesse il recente articolo del prof. Tancredi Bianchi. Lo condivido, in particolare nella parte finale in cui indica i criteri con cui scegliere gli amministratori e il rischio che si corre se non li si applica.
– Chiedo ai soggetti che hanno sottoscritto con noi l’accordo per la lista di considerare, nella scelta del prossimo Consiglio di Gestione, l’utilizzo del metodo usato da Intesa San Paolo, e cioè di far valutare le candidature da un soggetto terzo. Se i soci non hanno voce in capitolo, valga per tutti. Sarebbe opportuno che la proposta per il Consiglio di Gestione fosse portata a conoscenza dell’assemblea.
– Propongo che nel prossimo Consiglio di Gestione non ci sia nessuno che sia “affidato” in modo rilevante dal Gruppo. Chiedo che, pur in assenza di regole cogenti, si applichi questo metodo più tutelante per tutti, in primis per la reputazione della banca.
Ezio Falco
Presidente della Fondazione CRC