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Franco Biraghi scrive ai sindaci cuneesi: “Gli autovelox non devono servire a far cassa”

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Gli  incassi  derivanti  dalle  multe  per  infrazioni  al  Codice  della  strada, non  devono  servire  ai  Comuni  per  fare  cassa  ma  devono  essere  utilizzati  per  la manutenzione  e  la  messa  in  sicurezza  delle  strade,  come  prevede  la  legge.

 Questo,  in sintesi, il pensiero espresso dal presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, in una lettera inviata a tutti i sindaci della provincia di Cuneo. Non è solo il pensiero del numero di Confindustria Cuneo ma  è la rivelazione della volontà politica della  Camera  dei  Deputati  che  a  riguardo  si  è espressa  con  una  mozione  approvata  a  larga maggioranza  in  data  28  gennaio  2016.  La  mozione  n.1-01085  recita  testualmente:

 

L’uso  degli autovelox per accertare il superamento dei limiti di velocità è diventato per molti enti locali, di fatto, uno  strumento  sicuro  per  garantirsi  entrate  supplementari  destinate  agli  scopi  più disparati, essendo tali apparecchiature assai di frequente utilizzate in modo subdolo dai Comuni, non tanto a scopo preventivo o dissuasivo, quanto al puro scopo di multare il maggior numero di automobilisti ed  aumentare  in  questo  modo le  entrate  derivanti  dalle  sanzioni in  favore  dei  bilanci  degli  enti; i limiti di velocità su diversi tratti stradali sono spesso discutibili e altalenanti, e la collocazione degli impianti  di  rilevazione  automatica  risulta  talvolta  arbitraria,  se  non,  in  qualche  caso,  persino pericolosa,   poiché   induce  gli   automobilisti   a  bruschi   rallentamenti   della   velocità; la   Corte Costituzionale  (sentenza  113  del  2015)  ha  stabilito  che  gli  strumenti  tecnici  di  misurazione elettronica  sono  di  dubbia  funzionalità  se  non  sono  sottoposti  a  manutenzione  e  a  verifiche periodiche  e  che  «fenomeni  di  obsolescenza  e  deterioramento  possono  pregiudicare  non  solo l’affidabilità  delle  apparecchiature,  ma  anche  la  fede  pubblica  che  si  ripone  in  un  settore  di significativa  rilevanza  sociale,  quale  quello  della  sicurezza  stradale»;  a  molte  cattive  prassi  si contrappongono alcuni comportamenti di segno opposto, come quello messo in atto dal sindaco di Padova, che ha annullato decine di migliaia di sanzioni, provenienti da autovelox, ritenendo prima necessario procedere a una verifica della regolarità degli impianti; molti Comuni, poi, per evitare il contraccolpo di impopolarità prodotto da queste condotte sulla popolazione residente, installano gli apparecchi di rilevazione automatica principalmente sui tratti delle strade statali che attraversano il loro territorio di competenza, in modo da poter colpire il maggior numero possibile di  automobilisti di  passaggio; secondo  il  codice  della  strada  i  Comuni  stessi  dovrebbero  inviare  ogni  anno  una relazione  telematica  al  Ministero  delle  Infrastrutture  e  dei  Trasporti  e  al  Ministero  dell’Interno  su quanto  incassano  con  queste  multe  e  destinare  una  quota  del  50  per  cento  di  queste  entrate, provenienti  da  sanzioni  comminate  attraverso  l’utilizzo  degli autovelox,  «alla  realizzazione  di interventi  di  manutenzione  e  messa  in  sicurezza  delle  infrastrutture  stradali,  ivi  comprese  la segnaletica e le barriere, e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale,  nel  rispetto  della  normativa  vigente  relativa  al  contenimento  delle  spese  in  materia  di pubblico impiego e al patto di stabilità interno», come recita l’articolo 142 del codice della strada; entrambi  i  suddetti  obblighi  restano  disattesi  nella  stragrande  maggioranza  dei  casi  e  tale comportamento, come di recente ha sottolineato l’Aci distrae una fondamentale quantità di risorse a voci come la manutenzione delle infrastrutture stradali o i controlli di sicurezza”.

 

Conclude Biraghi: “Nell’interesse non solo delle aziende associate a Confindustria Cuneo ma di tutti i cittadini, invito pertanto ogni sindaco a controllare che sia fatto un utilizzo corretto di autovelox e telelaser   di   sua   proprietà,   verificandone   il   corretto   funzionamento,   posizionandoli   solo   ed esclusivamente sui tratti di strada dove la sicurezza è effettivamente problematica e destinando gli introiti di eventuali contravvenzioni per le finalità previste dalla legge”.

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