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Asti: confisca dei beni e sorveglianza speciale per un nomade pregiudicato

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I carabinieri del Nucleo Investigativo di Asti hanno dato esecuzione all’”Ordinanza di applicazione della misura di sorveglianza speciale e confisca di beni sequestrati” nei confronti di un 29 enne nomade pregiudicato di Asti, emessa dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Asti, su richiesta del P.M., dott.ssa Giulia Marchetti, che aveva concordato pienamente con le risultanze di indagine prodotte dai militari del Nucleo Investigativo.

 

Con il provvedimento è stata disposta la sottoposizione dell’interessato alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di cinque anni e la confisca dei beni sequestrati a lui stesso e alla sua consorte lo scorso 17 novembre 2015, allorquando i carabinieri di Asti diedero esecuzione, tra Torino ed Asti, alla misura di prevenzione personale patrimoniale del “Sequestro anticipato dei beni finalizzato alla confisca” a carico dei due.

 

Tra i beni confiscati si ricordano i due esercizi commerciali ubicati nel capoluogo, diversi conti correnti e cassette di sicurezza, nonché la confisca della somma di 100 mila Euro, quale corrispettivo equivalente di un camper oggetto di sequestro preventivo, non eseguito a suo tempo perché venduto nei giorni antecedenti all’operazione di novembre.

 

L’amministrazione di tutti i beni confiscati è stata conferita alla “Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC)”.
Il provvedimento di confisca dei beni in questione, senza precedenti in questa provincia, è scaturito dalla proposta formulata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Asti, i cui meticolosi accertamenti, che hanno interessato un arco temporale superiore ai sette anni durante i quali si è estrinsecata la pericolosità sociale dell’uomo per il suo diretto coinvolgimento in attività illecite, consentivano di raccogliere a carico dello stesso, inconfutabili elementi di riscontro tali da far ritenere chiaramente sproporzionati i redditi dichiarati ai fini delle imposte rispetto alle entrate/uscite documentate, al punto da fare rilevare una plusvalenza pari a circa 400 mila Euro annui.

 

L’elevato tenore di vita mantenuto rispetto agli effettivi introiti provento delle attività commerciali, ha fatto ritenere che l’uomo e il suo diretto nucleo familiare, vivessero quindi abitualmente anche con proventi di attività delittuose delle quali è documentata nel tempo la sua diretta responsabilità o compartecipazione; attività illecite che hanno visto coinvolti anche stretti congiunti della stessa etnia nomade, stanziali nel capoluogo, anch’essi privi di congrui redditi dichiarati ai fini delle imposte.

 

c.s.

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