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Mino Taricco risponde a Gramellini sul “caso parcheggio”: “Ecco i fatti… e cosa non ho detto”

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Mino Taricco, dopo il caso mediatico che l’ha coinvolto in questi giorni (un suo scontro verbale per un parcheggio a Cuneo), prova a fare definitiva chiarezza rispondendo non solo a Gramellini, che lo ha citato a “Che tempo che fa” come esempio di arroganza della politica verso i comuni cittadini, sia ai media che hanno trattato la vicenda.

Ecco la sua nota ufficiale:

 

Avevo scelto di non tornare più sulla questione, ma quando ieri sera ho scoperto che addirittura Gramellini, a modo suo, se ne è occupato, ho ritenuto fossero necessari alcuni chiarimenti.

Innanzitutto i fatti:

Venerdì mattina, cercando parcheggio, ho visto una macchina in uscita da un posto, ma quando mi sono accostato, un signore si è messo davanti dicendomi che il posto era occupato, perché era in arrivo sua moglie in auto.

 

Ho fatto notare al signore, italiano di origini africane, che l’occupazione di un parcheggio non esiste e perciò era un mio diritto parcheggiare. Le sue parole sono state: “Io di qui non mi sposto e aspetto mia moglie”. Le mie: “Sta impedendo un mio diritto e potrei anche chiamare i carabinieri”. Risposta sua: “Chiama chi vuoi, io di qui non mi sposto. Chi sei tu per dirmi di spostarmi?”. Io: “Sono uno che ne ha diritto e vuole parcheggiare e poi, sono anche un parlamentare, già in ritardo per una riunione con il Direttore dell’Asl, e vorrei poterci andare”.

 

Nel frattempo, si era creata una colonna di macchine e alcuni clacson hanno cominciato a suonare. A quel punto, il signore, su suggerimento della moglie, si è spostato e mi ha lasciato parcheggiare.

I toni del dialogo, come si può immaginare, sono stati parecchio accesi.

Molto dispiaciuto per l’accaduto, nel primo pomeriggio, ho espresso attraverso Facebook il mio rammarico e le mie scuse http://www.minotariccoinforma.it/cgi-bin/allegati/documenti/doc1.pdf

 

Sabato mattina, il quotidiano La Stampa ha dedicato ampio spazio all’episodio, sia sull’edizione provinciale “Deputato fa il prepotente poi si scusa su Facebook”, sia su quella nazionale “L’onorevole all’uomo di colore: Se non ti togli ti faccio arrestare”.

 

Sabato sera nella trasmissione “Che tempo che fa”, Gramellini ha portato la vicenda come esempio di eccesso di toni nelle discussioni per trovare parcheggio, evidenziando l’arroganza di un politico verso un cittadino.

 

A questo punto alcune indispensabili miei precisazioni:

Non ho mai detto “ti faccio arrestare!”, bensì che mi stava impedendo di esercitare un diritto e che per questo avrei potuto chiamare i carabinieri.

 

Non ho mai detto che il mio diritto al parcheggio fosse dovuto al mio ruolo, ma al mio essere cittadino. Il diritto a tenere il posto non solo non esiste, ma è sanzionato dal codice della strada.

Da subito mi sono reso conto che il modo con cui ho gestito la controversia non è stato adeguato e che avrei dovuto evitare di finire in una situazione simile per un parcheggio.

 

Sono molto dispiaciuto per l’accaduto, ma riflettendoci, mi sono anche reso conto che sono stato io l’oggetto di una prevaricazione e che, paradossalmente, se i ruoli fossero stati inversi, sarebbe stata in ogni caso addebitata a me, parlamentare, la colpa di impedire ad un cittadino, di colore o meno, di parcheggiare.

Chi mi conosce sa che l’immagine veicolata dai mezzi di comunicazione, non corrisponde alla mia persona.

Ho vissuto due giorni davvero pesanti, e spero, con queste righe, di aver fornito i necessari chiarimenti per poter accantonare e superare la vicenda.

 

Mino Taricco

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