Come già avvenuto lo scorso anno, il Parco fluviale Gesso e Stura è nuovamente protagonista di uno spiacevole fatto di cronaca: ancora un furto, questa volta non più di pali di una staccionata, ma di api. Quattro api regine per la precisione, definite dai tecnici competenti “vitali e in deposizione, eccellenti e in pieno sviluppo”.
Le api regine sono state trafugate dall’apiario che il Parco ha in località Tetto Lupo e i cui alveari hanno un valore simbolico particolare perché posizionate in occasione della firma della convenzione di gestione del Parco da parte dei 10 comuni che vi fanno parte. Le 10 arnie di Tetto Lupo, ciascuna di colore diverso, a richiamare l’arcobaleno, rappresentano i 10 comuni che costituiscono il Parco, con il loro significato di socialità e collaborazione.
Il furto è avvenuto proprio all’inizio della stagione apistica: le api delle arnie di Tetto Lupo, dopo materne cure, avevano superato indenni l’inverno ed aspettavano la prossima fioritura dell’acacia. La colonia di api aveva 9 regine, 4 delle quali, quelle rubate, giovani e in piena vitalità. La scoperta nei giorni scorsi, da parte dell’apicoltore del Parco che si occupa dell’apiario didattico della Casa del Fiume e di tutti gli alveari dell’area protetta: difficile immaginare cause della sparizione diverse da un furto, ipotesi avvalorata dalla presenza, nell’area circostante le arnie, di segni visibili di ruote d’auto. L’asportazione delle 4 regine migliori può essere attribuita con molta probabilità a mani esperte che sanno riconoscere appunto “le migliori”: l’intervento è stato infatti sorprendentemente chirurgico e mirato. L’accaduto è stato comunicato immediatamente ai tecnici di Aspromiele, con cui il Parco collabora. Ora le famiglie senza regine salteranno completamente la raccolta delle prossime fioriture (l’acacia) e non accumuleranno miele.
Gli alveari del Parco sono utilizzati esclusivamente per le attività didattiche con le scuole, che stanno crescendo in maniera esponenziale, e i laboratori di educazione ambientale e non hanno naturalmente fini produttivi, quindi a risentirne saranno le attività che il Parco porta avanti nei confronti di bambini e ragazzi, con tanta passione e dedizione.
Del resto l’episodio non è nuovo, dopo il furto della staccionata lungo un percorso ciclo-pedonale sotto il viadotto Soleri, lo scorso anno il Parco aveva accusato anche la scomparsa di alucni nuclei di api, a inizio estate. Il danno economico del furto non è così elevato, intorno ai 60€, ma è il valore simbolico che lo rende davvero grave. L’inciviltà non ha bisogno di commenti e parla da sé, ma a rendere ancora più deprecabile il gesto è che non si tratta solo di un danno alla comunità, che pagherà la cittadinanza, ma che questa volta a risentirne sarà l’attività di educazione ambientale del Parco e con lei, simbolicamente, le migliaia di bambini che ogni anno vi partecipano con tanto entusiasmo.
c.s.