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Riorganizzazione Soprintendenze, Mino Taricco: “Sì ma con un occhio al territorio”

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Presentata a firma del deputato Pd Mino Taricco un’interrogazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) per chiedere di rivedere il modello di organizzazione dell’accorpamento delle sedi delle Soprintendenze regionali piemontesi in tre capoluoghi di provincia, Torino, Novara e Alessandria, con il territorio della provincia di Cuneo che farebbe riferimento alla nuova Soprintendenza del sud Piemonte con sede ad Alessandria.

 

 

Il decreto legge n. 66 del 2014 in vigore dal 24 giugno prevedeva una riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) affinché si dotasse di un nuovo regolamento di organizzazione riducendo le figure dirigenziali.

 

Lo scorso 19 gennaio 2016 è stata annunciata la seconda fase della riforma del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) finalizzata alla creazione delle ‘Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio’, con l’aumento dei presidi di tutela sul territorio nazionale, che, per l’archeologia, passano dalle attuali 17 Soprintendenze Archeologiche alle nuove 39 soprintendenze unificate (a cui si sommano le due soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei).

 

La nuova articolazione territoriale nazionale prevede quindi 41 presidi, definiti tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori: 39 soprintendenze uniche totali distribuite sul territorio cui si sommano le 2 Soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei, prevedendo le tre sedi appunto di Torino, Novara e Alessandria.

 

Spiega Taricco: «In Piemonte, la nuova organizzazione prevede 3 sedi: per la città metropolitana di Torino, sede a Torino; per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, sede ad Alessandria; per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, sede a Novara. Lo spirito della riforma è condivisibile e il tema delle unificazioni non genera problemi né per i territori, né per gli amministratori locali. Desta preoccupazione invece, la scelta delle dislocazioni territoriali per le future sedi uniche, in special modo per il territorio di Cuneo e provincia, dal momento che questo territorio, pur rappresentando circa i due terzi del totale delle pratiche di competenza della Soprintendenza del Piemonte sud, vedrebbe i propri Amministratori, tutti gli Enti, tutte le persone ed imprese interessate costretti a far riferimento alla sede di Alessandria».

 

Prosegue: «Questo implica un grave disagio, dal momento che mezzi pubblici e collegamenti sono seriamente difficoltosi: il trasporto ferroviario prevede una tratta con cambio alla stazione Torino Lingotto, nella migliore delle ipotesi, oppure due cambi, uno su Fossano l’altro su Torino Lingotto, nella peggiore delle ipotesi, comportando una durata anche superiore alle due o tre di viaggi. L’ipotesi di trasporto su gomma potrebbe addirittura peggiorare la situazione, dilatando addirittura i tempi di viaggio. È evidente che si rischia di inficiare seriamente la bontà della riforma e del servizio per la provincia di Cuneo, un territorio che ha numeri di gran lunga superiori ad altre realtà territoriali dell’area di competenza della stessa Soprintendenza».

 

L’interrogazione chiede quindi se il Ministro non ritenga opportuno individuare soluzioni alternative e più consone ai bisogni del territorio piemontese, valutando la possibilità di prevedere il mantenimento di una sede operativa distaccata nelle realtà con numero significativo di pratiche, tra cui Cuneo, permetta un’accessibilità più agevole per tutti i soggetti interessati della provincia, o in alternativa, proponendo che la provincia di Cuneo possa far riferimento alla Soprintendenza del capoluogo regionale, Torino.

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