Alla Fondazione Ferrero di Alba questo è l’anno di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958). Dopo il successo, davvero clamoroso, dell’esposizione dedicata a Felice Casorati, Giacomo Balla sarà protagonista della grande mostra d’autunno (dal 29 ottobre al 27 febbraio 2017), a cura di Ester Coen.
Il livello dei prestiti ottenuti offre la certezza che questa sarà una mostra imperdibile tra quelle sino ad oggi dedicate all’artista.
L’evento sarà annunciato ad Alba, al Centro Ricerche Pietro Ferrero, giovedì 5 maggio, alle 18.30, in un incontro pubblico promosso dalla Fondazione Ferrero, dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Piemonte e dalla GAM di Torino.
Il taglio scelto per la serata lascia intendere che quella dedicata a Balla sarà una esposizione originale, scientificamente inappuntabile e aperta anche ad aspetti meno indagati dell’artista.
All’anteprima di giovedì 5 maggio, insieme a Ester Coen, curatrice della mostra, ai responsabili della Fondazione Ferrero e delle Istituzioni coinvolte nel progetto, interverrà Piero Bianucci, scrittore e giornalista scientifico – editorialista a «La Stampa», quotidiano dove per 25 anni ha diretto il settimanale «Tuttoscienze» –, a sottolineare un connubio tra arte e scienza, per nulla casuale.
È infatti noto l’interesse di Giacomo Balla per l’astronomia e sono celebri le sue opere dedicate a Mercurio transita davanti al sole.
Balla, dal suo telescopio, osservò il fenomeno il 7 novembre 1914. Il passaggio ebbe inizio pochissimi minuti dopo lo scoccare del mezzogiorno.
La figlia Elica ricorda ciò che avvenne quel giorno: «Con tutta calma, si prepara il vetro affumicato per osservare col suo cannocchiale il transito di Mercurio davanti il sole… L’avvenimento astronomico è raro e Balla, appassionato di astronomia, non lo perse davvero… E traccia disegni e bozzetti in cui si sente l’artista che cerca di rendere gli oggetti con tecnica quasi aerea – non compatta – poi due tempere grandi, l’una più complicata dell’altra, più sintetica con linee che danno la sensazione del movimento dell’osservatore al cannocchiale, il quale si sposta guardando fuori e dentro di esso. Queste linee si compenetrano con lo strumento e il sole. Il sole bianco, che fuori dall’oculare viene a ferire l’occhio, contrasta con il colore arancione del globo infuocato attraverso il vetro nero. Forme e colori costituiscono un complesso pittorico nuovo… non è più il piccolo misero strumento ma è l’occhio più potente di quello dell’uomo che carpisce nel suo cerchio visivo il piccolissimo pianeta, mentre passa davanti al disco giallo del sole».
Il raro evento celeste ammirato da Balla nel lontano 1914, torna a ripetersi il 9 maggio di quest’anno. Il transito durerà molte ore, circa sette e mezza, con inizio, in Italia, alle 13,12 e termine alle 20,42. Guardando, muniti di lente affumicata, quel puntino nero che si staglierà sul disco solare, il ricordo andrà a Giacomo Balla e alle opere meravigliose che seppe derivare da quella sua osservazione.