C’è un termine inglese molto di moda, da quando Facebook e gli altri “Social” hanno fatto fortuna: “networking”, cioè “fare rete”.
La maggior parte delle piattaforme digitali è stata pensata per il tempo libero: mantenere relazioni, pubblicare foto e video, condividere i propri pensieri tra una cerchia di amici più o meno virtuali. LinkedIn, tra tutti, è lo strumento più mirato per il mondo del lavoro: un servizio web di rete sociale, impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali.
Prima ancora che venisse inventato, tuttavia, esisteva già BNI, acronimo di “Business Network International”: l’organizzazione, fondata nel 1985 negli Stati Uniti, è presente oggi in oltre 50 nazioni, strutturata attraverso decine di “Capitoli” locali in cui imprenditori, liberi professionisti, artigiani, agenti e commercianti (è ammesso un solo rappresentante per categoria professionale) si incontrano allo scopo di aumentare il proprio giro di affari attraverso lo scambio di referenze qualificate e di allargare la rete delle proprie conoscenze.
Il principio alla base del funzionamento di BNI è semplicissimo, ed è lo stesso ripreso poi da LinkedIn: tutto si fonda sul “marketing referenziale”. Per i non addetti ai lavori, il buon vecchio “passaparola”. Che lo scorso anno ha portato allo scambio di 7,7 milioni di referenze, generando oltre 6,6 miliardi di euro di business per i membri di BNI. Non è un “multilevel”: i membri non guadagnano nulla dall’attrazione di nuovi soci, né dagli affari portati a termine dagli altri componenti.
«Una volta alla settimana, il mercoledì mattina, ci incontriamo nella Sala storica del Caffè Savona, nel cuore di Alba, nella piazza oggi intitolata a Michele Ferrero – spiega Massimo Sandri, presidente del Capitolo “Tartufo” di Alba, Langhe –. Ciascuno presenta la propria attività, i servizi che offre, e fa richieste specifiche sulle tipologie di clienti che vorrebbe acquisire. Così capita che il promotore finanziario porti il suo commercialista, e che questi abbia bisogno del giardiniere, che a sua volta vorrebbe realizzare il sito web dedicato alla sua attività e così via. Le relazioni in BNI si fondano sulla fiducia, che porta allo scambio di referenze professionali. La filosofia è quella del “givers gain”: chi dà, riceve. E funziona: in attesa dell’elaborazione dei dati riferiti all’ultimo semestre, nei sei mesi precedenti il nostro Capitolo, del quale fanno parte 20 membri, ha prodotto un volume d’affari di 745.800 euro!».
La scorsa settimana, il capitolo “Visol” lanciato a Saluzzo ha visto la partecipazione, all’incontro di presentazione, di oltre 400 tra imprenditori, artigiani, commercianti e liberi professionisti. Chiunque volesse prendere contatto con il Capitolo “Tartufo” di BNI potrà partecipare all’evento di presentazione dedicato agli ospiti, in calendario il prossimo mercoledì 11 maggio presso il Caffè Savona. L’appuntamento è fissato per le 7.15, per l’iscrizione e il coffee break (quota di partecipazione 10 euro); l’incontro terminerà alle ore 9.